“I dati preliminari provenienti da varie fonti, compresi i primi risultati di laboratorio del sequenziamento dei campioni raccolti a Malpensa, evidenzierebbero comunque la circolazione di varianti e sottolignaggi già presenti sul nostro territorio”. È quanto ha comunicato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci nella sua informativa al Senato sul Covid dopo la decisione di imporre l’obbligo di tampone per chi proviene dalla Cina dov’è in corso una nuova ondata del virus.
Il Ministro ha spiegato poi l’obiettivo dell’ordinanza: “Monitorare l’introduzione di eventuali varianti di SARS-CoV-2 al fine di identificare rapidamente varianti, sotto-varianti o sotto-lignaggi attualmente non circolanti in Italia (per ora la in Cina sembrerebbe predominante il sotto-lignaggio di Omicron BA.5 definito BF.7, da noi comunque presente, ma le informazioni sono scarse e da ritenersi poco affidabili)” e poi “diminuire, per quanto possibile, il carico di passeggeri in arrivo positivi ma non identificati”.
Il Ministro ha poi annunciato di aver “firmato l’ulteriore proroga fino al 30 aprile 2023 dell’obbligo dell’uso delle mascherine nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie, ivi compresi gli ambulatori e gli studi dei medici di medicina generale”.
Infine, Schillaci ha poi “provveduto a convocare per la giornata di domani l’Unità di Crisi prevista dal D.M. 7 agosto 2019 quale Osservatorio del Ministero sulla materia”.
“Ovviamente – ha detto Schillaci - , l’attività di sorveglianza attraverso l’effettuazione di tamponi molecolari all’arrivo dei voli diretti provenienti dalla Cina non arresterebbe del tutto l’ingresso sul territorio nazionale a causa dell’arrivo in Italia di passeggeri anche attraverso voli indiretti – il cui tracciamento è pressoché impossibile (a meno che non si reintroducano misure maggiormente restrittive, quali il passenger locator form digitale) - e del periodo finestra (intervallo che intercorre fra esposizione al virus e comparsa della positività) che potrebbe far sfuggire il rilevamento molecolare del virus all’arrivo”.
In particolare, per quanto riguarda i passeggeri provenienti dalla Cina attraverso voli indiretti che hanno fatto scalo in Paesi dell’area Schengen, “è necessario un raccordo in sede UE per prendere una decisione comune che possa servire a limitare l’afflusso di persone positive dal paese asiatico”.