“Per decisione dei medici sono stati considerati fragili, anche coloro che erano giovani e in buona salute ma che hanno un turbamento psicologico. Con questo criterio praticamente chiunque potrà sbarcare in Italia. Su questa decisione dei medici si dovrà forse intervenire perché se qualunque disagio o aspettativa delusa comporterà la possibilità di sbarcare in Italia, questo evidentemente non va bene. Ci possono essere delle regole, ad esempio che non basta un turbamento psicologico ma gravi problemi seri. Altrimenti io aspiro a diventare milionario e se non lo divento ho un grave turbamento psicologico per il quale bisogna darmi un milione, non mi sembrano logiche accettabili”.
Così il capogruppo di FdI al Senato, Lucio Malan, è intervenuto questa mattina a Radio Anch'io in merito alla polemica sullo sbarco dei migranti in Sicilia.
Dopo le parole del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, oggi anche il capogruppo del partito di maggioranza torna quindi nuovamente a contestare il libero operato dei medici arrivando a ipotizzare un possibile intervento normativo su questo. Dalla volontà di seguire l’evidenza scientifica sbandierata dalla premier nel suo discorso di insediamento si passerà quindi all’evidenza delle esigenze della politica? Davvero si prospetta un’ingerenza della politica sulle regole della professione medica al punto da commissariare la valutazione autonoma dei professionisti?
E per il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, che aveva già stigmatizzato le parole del premier, si continuano a “confondere la professione medica con gli strumenti che il governo può utilizzare per il controllo dei flussi migratori”. I medici, spiega Anelli a Quotidiano Sanità, “devono esercitare la loro professione in totale autonomia senza alcun tipo di condizionamento”. E questo perché la fragilità del migrante non la si può stabilire a priori con interventi normativi ma “deve essere valutata caso per caso dal singolo professionista”.
“I medici - aggiunge il presidente Fnomceo - in queste situazioni non possono essere inviati come strumento per regolare i flussi migratori ma solo per tutelare la salute di quelle persone, così come garantito dalla nostra Costituzione. Un intervento legislativo in questo senso sarebbe contrario alla natura stessa dell’essere medico. Noi siamo tenuti a tutelare la salute di tutti, non di chi risulta essere più o meno simpatico”, conclude.
Giovanni Rodriquez