“Apprendiamo con grande preoccupazione la notizia che dopo quasi due anni di lavoro del Tavolo Tecnico costituito dal Ministero della Salute per la definizione dei Lea della prestazioni sanitarie di Pma coordinato dal professor Luca Mencaglia e composto dai maggiori esperti del settore, tutto rischia di naufragare di fronte all’incomprensibile scelta di alcune Regioni di non approvare uno schema di tariffe ormai ampiamente condiviso con tutti gli operatori. Salterebbe così anche la copertura anche degli screening neonatali e di tutte le prestazioni connesse”.
Così in una nota la Fondazione Procreazione medicalmente assistita Italia che lancia un appello alla politica, e non solo.
“L’approvazione dei Lea avrebbe garantito finalmente la fine delle discriminazioni tra cittadini del Nord (dove le prestazioni sono in parte coperte da Lea regionali) e del Sud (che ne sono privi) del nostro Paese con i relativi flussi migratori tra regioni e costi, e disagi a carico dei pazienti. E questo non solo per la PMA ma per le centinaia di prestazioni sanitarie ambulatoriali sui settori più disparati. La Fondazione PMA Italia denuncia con forza, a poco meno di una settimana dalle elezioni politiche, il rischio enorme di una scelta irresponsabile che, al di là delle opinioni politiche, danneggerebbe in primis tutti i cittadini rispetto a un percorso iniziato con i Decreti Lorenzin nel 2017 e che potrebbe oggi vedere a 5 anni di distanza una definitiva soluzione. Facciamo appello a tutte le forze in campo: operatori del settore, associazioni di pazienti, cittadini affinché possano far sentire la loro voce presso le istituzioni sanitarie della propria Regione con lo scopo che il Decreto LEA possa essere approvato dalla Conferenza delle Regioni nei prossimi giorni”.