Calenda e Bonino sulle assicurazioni e mutue private in sanità: “Non sono accessibili a tutti e generano forti iniquità nelle cure”
Per Azione e +Europa, che hanno presentato oggi il loro “Patto Repubblicano in vista delle elezioni, “sono ormai eclatanti le diseguaglianze relative all’accesso e alla qualità delle cure, l’inadeguatezza dell’assistenza territoriale, la scarsa integrazione tra assistenza sanitaria e assistenza sociale, l’impressionante carenza di personale e la fuga progressiva dal sistema pubblico verso forme assistenziali private, non accessibili a tutta la popolazione e quindi forti generatrici di iniquità”. IL PATTO REPUBBLICANO.
25 LUG -
“Ci sono due perni del nostro welfare che scricchiolano pericolosamente: l’istruzione e la sanità. Ogni euro aggiuntivo di spesa pubblica dovrà essere destinato a questi capitoli. In particolare prevedendo il tempo pieno in tutte le scuole e il rafforzamento della rete dei medici di base e dell’assistenza non ospedaliera”. E’ quanto si legge nel “Patto Repubblicano” presentato questa mattina da Azione e +Europa in vista delle elezioni del 25 settembre.
Per quanto riguarda in particolare la sanità il Patto contempla un paragrafo dedicato, il 10, che parte dalla costatazione che “la pandemia COVID-19 ha reso evidente come la vulnerabilità di un sistema sanitario possa avere profonde ripercussioni non solo sulla salute degli individui, ma anche sulla crescita economica e sulla credibilità nelle istituzioni”.
Per Carlo Calenda, leader di Azione e gli alleati di +Europa, rappresentati oggi da Emma Bonino e Benedetto Della Vedova, “sono ormai eclatanti le diseguaglianze relative all’accesso e alla qualità delle cure, l’inadeguatezza dell’assistenza territoriale, la scarsa integrazione tra assistenza sanitaria e assistenza sociale, l’impressionante carenza di personale e la fuga progressiva dal sistema pubblico verso forme assistenziali private, non accessibili a tutta la popolazione e quindi forti generatrici di iniquità”.
Per questo Azione e +Europa propongono:
di “predisporre un piano di assunzione per i infermieri, medici e gli altri professionisti sanitari”;
di “garantire l’accesso alle scuole di specializzazione in funzione della programmazione dei bisogni sanitari dei prossimi anni”;
di “riorganizzare l’assistenza territoriale con attività di prevenzione e di garanzia della continuità delle cure”;
di “riconoscere allo Stato la possibilità di intervenire nel caso in cui le Regioni non riescano a garantire livelli essenziali di assistenza”;
di “aumentare la formazione alla telemedicina e alle tecnologie digitali e garantirne l’implementazione”;
di “assicurare che la remunerazione del personale sanitario sia allineata al carico di lavoro e alle responsabilità”.
E intervenendo durante la presentazione Calenda ha poi rimarcato che, per gli ideatori del Patto, "ogni euro in più" che si riesce a recuperare per la spesa pubblica “deve andare a istruzione e sanità”, sottolineando che, già “prima della pandemia gi italiani spendevano 40 miliardi di euro l'anno di tasca propria per la sanità privata per evitare le liste d'attesa” e che ”ora la situazione è peggiorata ed è drammatica”.