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Covid. Scatta il primo allarme del Ministero: “Ampliare i posti letto in area medica e terapia intensiva e allertare i servizi territoriali”


Oltre all'incidenza, aumentano infatti anche i tassi di occupazione dei posti letto in area medica (9,2%, con incremento relativo del numero di ricoverati del 22%) e di terapia intensiva (2,5%, con incremento relativo del numero di ricoverati del 13,6%). Da qui la richiesta contenuta in una circolare, per prepararsi a fronteggiare un incremento della domanda di assistenza sanitaria "sia a livello ospedaliero che territoriale, garantendo l’adeguato ampliamento dei posti letto di Area Medica e di Terapia Intensiva dedicati al Covid". LA CIRCOLARE

07 LUG -

Non siamo all’allarme rosso ma certamente l’andamento della pandemia in questi prime settimane d’estate con un incremento costante dei casi inizia a preoccupare le autorità sanitarie.

Con una circolare diramata oggi il Ministero della Salute ha infatti invitato le Regioni ad attivare da subito “le misure organizzative necessarie per fronteggiare nelle prossime settimane un incremento della domanda di assistenza sanitaria sia a livello ospedaliero che territoriale, garantendo l’adeguato ampliamento dei posti letto di Area Medica e di Terapia Intensiva dedicati al Covid, da modulare in base alle necessità contingenti, e la corretta e tempestiva presa in carico dei pazienti affetti da malattia da Sars-CoV-2 in relazione alle specifiche necessità assistenziali, con particolare riferimento alle categorie più fragili”.

La decisione arriva dopo la constatazione che, si legge nella circolare, “nonostante il periodo estivo, si conferma sul territorio nazionale una fase epidemica caratterizzata da un forte aumento dell’incidenza, in constante crescita già da 4 settimane e che ha raggiunto i 586 casi/100.000 abitanti. Aumentano anche i tassi di occupazione dei posti letto in area medica (9,2%, con incremento relativo del numero di ricoverati del 22%) e di terapia intensiva (2,5%, con incremento relativo del numero di ricoverati del 13,6%)”.

Insomma la situazione sta peggiorando e il ministero ricorda che sono otto le Regioni (Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto) classificate a rischio “Alto di una epidemia non controllata non gestibile per la presenza di molteplici allerte di resilienza”.

Tra queste, tre Regioni (Emilia-Romagna, Puglia, Veneto) presentano una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 3 e cinque Regioni (Lazio, Liguria, Marche, Toscana, Umbria) presentano una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2 (Tabella 1).



Due Regioni (Umbria e Marche) sono indicate, per la seconda settimana consecutiva, ad alta probabilità di progressione per una probabilità maggiore del 50% di superare la soglia di allerta ai sensi del DM Salute 30 aprile 2020 nel tasso di occupazione in area medica nell’arco del prossimo mese, qualora fosse mantenuta l’attuale trasmissibilità.

Le rimanenti 13 Regioni/PA sono classificate invece a rischio “Moderato” (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, FVG, Lombardia, Molise, Piemonte, PA Bolzano/Bozen, PA Trento, Sardegna, Sicilia, V.d'Aosta/V.d'Aoste) a causa di un trend in aumento dei casi.

Tra queste, cinque Regioni/PA (Campania, FVG, Lombardia, Piemonte, PA Trento) presentano una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 3, quattro Regioni (Abruzzo, PA Bolzano/Bozen, Sardegna, Sicilia) presentano una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2, tutte le altre Regioni/PA a rischio moderato presentano una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 1.

Tre Regioni (Calabria, FVG, Sicilia) sono indicate ad alta probabilità di progressione per una probabilità maggiore del 50% di superare la soglia di allerta ai sensi del DM Salute 30 aprile 2020 nel tasso di occupazione in area medica nell’arco del prossimo mese, qualora fosse mantenuta l’attuale trasmissibilità.



“In questa fase – si legge nel report della Cabina di regia allegato alla circolare ministeriale -  si ribadisce la necessità di continuare ad adottare le misure comportamentali individuali e collettive previste/raccomandate, l’uso della mascherina, aereazione dei locali, igiene delle mani e ponendo attenzione alle situazioni di assembramento”.

“L’elevata copertura vaccinale, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali, rappresentano strumenti necessari a mitigare l’impatto clinico dell’epidemia”, ribadisce ancora la Cabina di Regia.



07 luglio 2022
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