Def 2015. Approvazione rinviata a venerdì. Da spending review 10 mld
07 APR - Il Consiglio dei Ministri ha avviato questa mattina l'esame del Documento di economia e finanza, il cui varo definitivo è stato però rimandato al prossimo venerdì. "Nel 2015 riduciamo le tasse per 18 miliardi più i 3 mld di clausole che eliminiamo. Questo Def non è una manovra, che toglie i soldi dalle tasche degli italiani, ma sta in linea con la legge di Stabilità". Così il premier,
Matteo Renzi, a conclusione del Cdm, ha illustrato il provvedimento nel corso della conferenza stampa.
Renzi, insieme al ministro dell'Economia
Pier Carlo Padoan, ha poi confermato la previsione di crescita dello 0,7% per quest'anno, prevedendo per il 2016 una crescita dell'1,4%, fino all'1,5% del 2017. Per quanto riguarda il deficit, si conferma un livello al 2,6% del Pil per l'anno in corso, seguito da una discesa all'1,8% nel 2016 e allo 0,8% nel 2017. Il quadro tendenziale - riferisce Palazzo Chigi - consentirebbe dunque di raggiungere il pareggio di bilancio strutturale già nel 2016, tuttavia il Governo ha ritenuto opportuno confermare al 2017 il conseguimento di tale obiettivo così da conferire una natura espansiva alla programmazione per il 2016.
Infine, intervenendo sulla spending review, Renzi ha dichiarato: "Non ci saranno tagli alle prestazioni per i cittadini, ma c'è bisogno che la macchina pubblica dimagrisca un pò e se i sacrifici li fanno i politici o salta qualche poltrona nei consigli di amministrazione, male non fa". La cabina di regia dei tagli, passata dall'ex commissario
Carlo Cottarelli a
Yoram Gugteld e
Roberto Perotti, dovrebbe portare al governo 10 miliardi di risparmi già nel 2015. "Se la crescita sarà migliore delle attese - ha aggiunto Padoan - le clausole di salvaguardia si disinnescheranno automaticamente".
07 aprile 2015
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