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Messina (FederAnziani): “No a fascia C fuori dalle farmacie, un pericolo per gli anziani”


06 FEB - “Se i farmaci di Fascia C usciranno dalle farmacie gli anziani saranno i primi a pagare le conseguenze della cosiddetta politica delle liberalizzazioni, con rischi gravissimi per la loro salute”.
FederAnziani non ci sta e rifiuta categoricamente l’ipotesi di consentire la vendita dei farmaci di fascia C (a carico del cittadino) anche nelle parafarmacie inclusa nel “pacchetto” liberalizzazioni. E si dichiara pronta a dare battaglia per salvaguardare il ruolo di garanzia delle farmacie e impedire che la salute degli anziani sia affidata alle politiche di marketing.
 
“Siamo convinti che se si andasse verso la liberalizzazione della vendita dei farmaci – ha detto Roberto Messina, Presidente di FederAnziani – il mercato non farebbe che aumentare la pressione di marketing verso i soggetti più fragili, con la conseguenza che ammaliati dalle offerte’, tutti assumeremmo più farmaci, aumenterebbero le reazioni avverse, e di conseguenza i ricoveri con conseguenti decessi, ovviamente tutto a carico dello Stato”.
 
Le farmacie in Italia, ricorda FederAnziani, rappresentano un punto di riferimento per la popolazione, in particolare per i 12 milioni di over 65 e, tra questi, per l’82,6%, più di 9 milioni di persone,  affetti da almeno una patologia cronica. “Spero il Governo sappia – prosegue Messina – che gli anziani rappresentano, come ci ricorda l’Osmed, il 66% dei assuntori di farmaci ed è perciò doveroso che la loro voce sia ascoltata quando si tratta di prendere decisioni in materia. Ricordiamo al Governo che da recenti sondaggi risulta che le farmacie rappresentano un punto di riferimento nel territorio per l’88% della popolazione, sono dispensatrici di buoni consigli per la stessa percentuale di cittadini, e infine sono considerati un fondamentale supporto alla relazione medico-paziente dall’81% della popolazione.
 
I farmaci, aggiungono “non sono né caramelle, né una merce come le altre: hanno una loro vita e una scadenza, un loro processo del ‘freddo’, di conservazione e, se assunti dopo la data indicata, potrebbero causare effetti collaterali rischiosissimi per la salute dei cittadini”.
 
Per questo, a nome dei 3,5 milioni di aderenti alla nostra federazione, facciamo appello al Ministro dello Sviluppo Economico Guidi affinché faccia un passo indietro, restando a disposizione per un incontro qualora volesse confrontarsi con i pazienti su questa materia. In ogni caso chiariamo sin da ora che non accetteremo alcuna liberalizzazione nelle zone rurali, per nessun motivo, poiché ci sono aree del nostro Paese in cui le farmacie rurali rappresentano l’unico baluardo per la salute del paziente, e un provvedimento di questo tipo rischia di farle chiudere lasciando i pazienti praticamente soli.

06 febbraio 2015
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