Cecconi (Sos Sanità):“Bene Renzi. Per la sanità e il welfare può essere una svolta”
14 MAR - L'Italia spende, da anni, meno della media europea per sanità e protezione sociale. Con l'austerity la situazione è peggiorata. I fondi per il Sociale, oltre ad essere dispersi in mille rivoli (fondo sociale, famiglia, giovani, social card, non autosufficienza, ecc) sono quasi spariti. Si spende poco e male: trasferimenti monetari invece che servizi, e nulla contro la povertà.
La Sanità ha "contribuito" con 30 miliardi in 5 anni alle manovre di finanza pubblica. Tagli lineari che, senza intaccare sprechi e spesa inappropriata, sono serviti solo a fare cassa con i soldi destinati al diritto alla salute e alle cure delle persone. Va ancora più' male nelle regioni con piano di rientro: dove, con meno assistenza, aumentano tasse e ticket aggiuntivi.
Se ora, finalmente, il governo fara' una spending review seria, i risparmi devono rimanere nel Servizio Sanitario Nazionale (e nel welfare) per abbattere i ticket e dare migliori e nuovi servizi sanitari e sociali ai cittadini. Lo abbiamo chiesto insieme ad altre associazioni con la
lettera aperta sul nuovo il Patto per la Salute.
Le priorita sono note: non autosufficienza e disabilità', salute mentale, dipendenze, salute materno infantile; tutti bisogni crescenti, legati a trasformazioni demografiche, epidemiologiche e sociali, eppure largamente trascurati, che costringono spesso le famiglie a spese catastrofiche o a rinunciare alla cura.
Ma reinvestire i risparmi in migliori servizi ha anche altri effetti positivi: crea lavoro e aiuta la ripresa.
Perciò, se Renzi conferma che i risparmi della spending review restano per i servizi socio - sanitari siamo ad una svolta: l'Italia investe nel welfare per uscire dalla crisi economica. C’è ancora molto da fare ma la strada è quella giusta.
Stefano Cecconi
Sos Sanità
14 marzo 2014
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