Farmindustria su emendamento farmaci equivalenti: "Così si uccide l'industria farmaceutica"
28 LUG - La notizia dell'emendamento approvato dalla Commissione Bilancio sui limiti ai medici per la prescrizione di specialità medicinali ha fatto infuriare la Farmindustria.
“Nel cuore della notte - scrive il presidente
Massimo Scaccabarozzi - è stato approvato dalla Commissione Bilancio del Senato un emendamento che introduce una drastica misura, senza precedenti, che esautora il medico dalla scelta del farmaco - con la sola prescrizione del principio attivo - e che colpisce al cuore l’industria farmaceutica in Italia".
"Essa si è peraltro aggiunta ad un pesante taglio della spesa territoriale previsto nella spending review che si rivelerà insostenibile. Una misura - prosegue il presidente di Farmindustria - che nulla a che fare con la spending review. E che creerebbe un mercato protetto per i prodotti senza marchio, producendo un’inaccettabile discriminazione e distorsione della corretta competizione, in contrasto con la necessità di sostenere l’innovazione e lo sviluppo industriale".
"E’ una decisione che non ha senso - aggiunge - in quanto il 90% delle confezioni dispensate e dei prodotti è a brevetto scaduto e non genera alcun vantaggio per lo Stato, che già oggi sostiene il solo costo del medicinale a prezzo più basso, né per il cittadino che può scegliere quest’ultimo su segnalazione obbligatoria del medico e del farmacista in base alla normativa vigente. In un sistema peraltro in cui i prezzi dei farmaci sono i più bassi in Europa, come riconosciuto anche dal Parlamento Europeo, e l’accesso all’innovazione è da tempo fortemente penalizzato".
"Le conseguenze saranno gravissime per l’occupazione di 65.000 dipendenti diretti – per il 90% laureati o diplomati – e per i 61.000 che lavorano in un indotto di eccellenza; per l’export, pari al 61% della produzione e per gli investimenti annui di 2,4 miliardi in produzione e ricerca. Così - conclude Scaccabarozzi - si uccide l’industria farmaceutica in Italia. Chiediamo quindi al Governo e alle Istituzioni di intervenire urgentemente perché si ponga rimedio prima che sia troppo tardi”.
28 luglio 2012
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