Il problema dell'aggressione agli operatori sanitari "mi sta particolarmente a cuore", "da ministro e da medico mi provoca anche qualche sofferenza interiore". Credo quindi che "quest'ulteriore norma possa rappresentare un maggior deterrente. Però sono molto chiaro: la soluzione non può essere limitata solo a un problema di pene. E' un problema culturale". Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, durante l'evento 'La scuola fino a prova contraria The Young Hope', oggi a Roma, nella giornata in cui il decreto legge con le nuove misure contro le aggressioni agli operatori sanitari è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale ed entra dunque in vigore.
"Come tutte le operazioni nelle quali va cambiato un modo di agire, un modo di pensare - ha precisato il ministro - ci vuole più tempo. Quindi da un lato c'è la possibilità di arrestare chi usa violenza nei confronti degli operatori sanitari, dall'altro lato si farà un lavoro culturale con l'Osservatorio sulle violenze e una campagna. Noi dobbiamo assolutamente far capire ai cittadini che chi si trova lì per aiutarli non può diventare oggetto di violenza. Questo è veramente un problema culturale", un fenomeno "che assolutamente va combattuto", sul quale "non bisogna allentare l'attenzione. E' un problema che non può essere superato solo con questa norma".
Una normativa che "comunque - ha sottolineato Schillaci - è stata accolta molto bene da tutto il mondo sanitario, perché dà maggiore fiducia a chi lavora soprattutto nei pronto soccorso. Ma è una violenza che non può essere accettata e non può essere trascurata anche, per esempio, per quanto riguarda i medici di medicina generale, che sono aggrediti dai loro pazienti nei propri studi, che è un'altra cosa assurda. Il medico di medicina generale è la persona più vicina al paziente, è quello che meglio conosce la storia personale e clinica di chi si rivolge a lui".