Distribuzione intermedia, anche qui lo stato d’agitazione
29 MAG - “Sconcerto per le gravi implicazioni delle misure governative annunciate per il controllo della spesa sanitaria e in particolare di quella farmaceutica”. A esprimerlo, in un comunicato congiunto, sono le sigle Adf, Associazione distributori farmaceutici, e Federfarma Servizi, sotto le quali si riuniscono, rispettivamente, le aziende private di distribuzione intermedia del farmaco e le cooperative di distribuzione intermedia dei farmacisti. Come si rileva nella nota emessa congiuntamente da ADF e Federfarma Servizi sottolineano come la distribuzione intermedia del farmaco sia “la sola componente della filiera chiamata a pagare direttamente il prezzo del provvedimento con una decurtazione dei propri margini commerciali di oltre il 60%, che sono abbattuti dal 6,65% al 3% sul prezzo al pubblico al netto dell’IVA”. Una manovra che avrà un impatto “devastante” e si ripercuoterà non solo “nei rapporti di fornitura con la clientela dei farmacisti” ma soprattutto sui livelli del servizio distributivo dei medicinali, con inevitabili ripercussioni quindi “a discapito dell’interesse dei pazienti e dei cittadini”.
Le misure governative secondo le due sigle della distribuzione appaiono “insostenibili dal punto di vista economico,ed occupazionale”: la situazione quindi induce entrambe le rappresentanze “a dichiarare lo stato di agitazione della categoria con riserva di adottare tutte le iniziative ritenute necessarie e indispensabili per la tutela del proprio ruolo e dei conseguenti obblighi di servizio pubblico essenziale. Ruolo e funzioni che una quota di spettanza ridotta al 3% non può in alcun modo continuare ad assicurare”.