L'arrivo dello Psicologo a scuola, previsto da alcuni emendamenti bipartisan al Dl Millleproroghe in materia di potenziamento dell'assistenza psicologica e psicoterapica e per la promozione del benessere psicologico nella scuola, "non è la scelta migliore, mentre occorrerebbe potenziare la rete di cure primarie costruite con il modello delle équipe multiprofessionali. Lo psicologo può affiancare il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta, ma nelle pediatrie come sedi uniche, quelle che si chiamavano pediatrie di gruppo con orario 8-20 e che prevedono un personale di supporto che può elevare il livello di cure".
Lo sottolinea all'Adnkronos Salute Antonio D'Avino, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp).
"Lo psicologo, in questo modello - precisa - può diventare un 'case manager' per aiutare il pediatra di libera scelta e il medico di medicina generale, le figure che conoscono meglio il bambino o il giovane. I pediatri conoscono il ragazzo fin dai primi giorni di vita, possiamo indirizzare lui e il genitore verso un percorso di cura". Invece "lo psicologo scolastico mi sembra una figura esterna alla scuola - osserva D'Avino - che salta il rapporto di fiducia che noi, come pediatri, abbiamo costruito nel tempo con le famiglie".
Ma la figura dello psicologo a scuola potrebbe intercettare meglio il disagio psichico cresciuto con la pandemia? "E' innegabile che con la pandemia Covid-19 siano cresciuti, tra i giovani, problemi come l'ansia, la depressione, l'isolamento - conferma il presidente Fimp - Siamo i primi che diciamo che è necessaria una risposta, ma questa deve avvenire nella rete di cure primarie. Nella scuola l'adolescente ha difficoltà legate all'ambiente stesso, noi e i medici di famiglia siamo le figure con cui il ragazzo si confronta".