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Lamonica e Cecconi (Cgil): “Basta tagli lineari a sanità”


21 FEB - “Non è accettabile, né giustificabile, che una persona in coma venga lasciata per quattro giorni in una barella in attesa si ‘liberi’ un posto letto” ma “è innegabile che i tagli lineari e una gestione ragionieristica in sanità mettano a dura prova il nostro servizio sanitario”. Ad affermarlo, in una nota congiunta, Vera Lamonica, segretaria Cgil, e Stefano Cecconi, responsabile Politiche della Salute Cgil, dopo il caso del Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I di Roma

Per Lamonica e Cecconi, quanto accaduto, “oltre a ledere i diritti e la dignità dei pazienti coinvolti, ferisce e offende il lavoro serio di tanti operatori della sanità pubblica che ogni giorno, anche in condizioni molto difficili, compiono il loro dovere, assicurando un’assistenza di qualità e sicura ai cittadini. L’appropriatezza degli interventi, la qualità dell’assistenza sanitaria, il decoro dei luoghi di cura sono irrinunciabili e dipendono dal modo con cui si amministra il sistema sanitario e dai comportamenti dei professionisti”.

“Tuttavia – aggiungono i due sindacalisti della Cgil - è innegabile che i tagli lineari e una gestione ragionieristica in sanità mettano a dura prova il nostro servizio sanitario. Serve invece sostenere in modo selettivo la riqualificazione e la riconversione dei servizi. In quelli di pronto soccorso il sovraffollamento è spesso legato alla scarsità di assistenza di base. Per questo insistiamo con quanto abbiamo già proposto per il nuovo patto per la salute: scegliere come priorità la creazione di luoghi strutturati nel territorio, aperti h 24, con assistenza medica ed infermieristica e con capacità di fornire anche un primo soccorso (codici bianchi e verdi). Non è più solo l’Ospedale aperto h 24 ma anche più Centri per l’assistenza sanitaria di base in ogni Distretto socio sanitario”.  

Per Lamonica e Cecconi “reagire a quanto è accaduto è pretendere da chi amministra e da chi opera in sanità il migliore dei comportamenti; e fare in modo che ciò sia possibile fermando i tagli e investendo nel nostro Servizio Sanitario Nazionale pubblico e universale, come patrimonio di tutti a garanzia del diritto alla salute e alle cure di ogni cittadino”.
 

21 febbraio 2012
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