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Fnopo: “Continua a mancare adeguata attenzione alle professioni sanitarie e alla salute delle donne”


16 LUG - “La conversione in legge del decreto Rilancio porta con sé due meriti: l’estensione a tutti i professionisti sanitari del 'bonus' grazie al quale si intendono già  maturati di un terzo i crediti Ecm del triennio 2020-2022 (Art. 5-bis Disposizioni in materia di formazione continua in medicina 3) e, all’Art. 10 (Modifiche al decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020 n. 27) del Fondo di solidarietà per i famigliari di vittime del Covid-19. Per il resto, si tratta di una legge che prosegue sulla via di una inadeguata e non paritaria attenzione della politica verso tutte le professioni sanitarie, in particolare quella ostetrica, dimostrando un’altrettanta grave disattenzione per la salute delle donne”. È quanto commentano le componenti del Comitato centrale della Federazione Nazionale della Professione di Ostetrica (FNOPO).
 
“Sembra quanto mai surreale dover ancora una volta bacchettare la politica perché ponga sullo stesso piano tutte le professioni sanitarie e, con esse, gli interessi e la tutela dei bisogni di salute di tutti i cittadini e le cittadine. Ora più che mai, anche alla luce dei dati dell’ultimo rapporto Istat è doveroso che le Istituzioni introducano azioni di serio contrasto alla denatalità, anche a seguito del clima di smarrimento e di timori per il futuro che l’epidemia da Covid-19 ha lasciato nella popolazione. Per fare questo, serve una nuova concezione della tutela, protezione e promozione della salute – affermano i vertici FNOPO -. La professionalità ostetrica, in tale nuova prospettiva, svolge una funzione cruciale potendo intervenire nelle fasce di popolazione femminile fertile, realizzando campagne informative sui sani stili di vita, sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili ma anche, per le adolescenti, sugli effetti negativi delle sostanze di abuso sulla fertilità. Tali obiettivi sono raggiungibili attraverso la piena implementazione del modello di ostetrica di famiglia e di comunità. Trattandosi infatti di un modello, la professionalità e la competenza ostetrica non sono legate a uno specifico luogo (ospedale, consultorio, etc) ma si realizza lì dove vi è necessità della sua presenza rispondendo in maniera funzionale al bisogno reale o potenziale della donna/coppia. L’ostetrica di famiglia, inoltre, radicandosi sul territorio riesce a intercettare una fascia di popolazione femminile non più giovanissima, che è quella più longeva ma che, pur vivendo più a lungo, vive meno bene e fa maggiore ricorso a cure del Servizio Sanitario Nazionale anche a causa di diverse patologie legate all'età, quali le disfunzioni pelvi-perineali. Patologie per le quali nella fase di emergenza epidemica non è stato possibile proseguire percorsi di riabilitazione già intrapresi, mentre per molte donne non è stato nemmeno possibile sottoporsi a diagnosi a causa della doverosa interruzione delle attività ambulatoriali specialistiche”.
 
“Nella fase due dell’epidemia, la Federazione chiede che le Aziende Sanitarie Locali e le istituzioni tutte prestino la necessaria attenzione alla popolazione anziana fragile, che prova disagio ad approcciarsi a un servizio di riabilitazione pelviperineale e che quindi deve essere intercettata anche presso gli ambulatori di medicina generale dove in modo funzionale trova l’ostetrica adeguatamente formata. Le ostetriche e le donne di tutte le età non possono più aspettare, serve una politica più attenta e interessata e che prenda provvedimenti adeguati alle esigenze di tutti”, concludono i vertici FNOPO.

16 luglio 2020
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