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Conte firma il Dpcm: proroga al 3 aprile anche per le vecchie norme in scadenza il 25 marzo


22 MAR - Il presidente del Consiglio Conte ha firmato stasera il nuovo Dpcm annunciato ieri notte in diretta facebook che sospende fino al 3 aprile molte attività produttive industriali e commerciali.
 
Fano eccezione tutta una serie di attività (dal settore dell’energia a quello dell’agricoltura e ovviamente quello per la produzione di farmaci e dispositivi medici), in tutto  80 attività (vedi allegato 1 al Dpcm) sia di produzione che di commercio e distribuzione all’ingrosso che comunque potranno continuare ad operare pur nel rispetto delle misure di sicurezza indicate in precedenti provvedimenti e rafforzate dal protocollo tra imprese e sindacati della settimana scorsa.
 
Restano ferme però anche tutte le misure previste dal Dpcm dell’11 marzo scorso quello che ha avviato il fermo del paese con le misure di isolamento della popolazione e la chiusura della gran parte delle attività di commercio al dettaglio.
 
Pertanto restano in vigore anche tutte le eccezioni alla chiusura dei negozi e quindi confermata l’apertura di farmacie, parafarmacie, alimentari e tabacchi.
 
Ma il nuovo Dpcm prevede, riprendendo quanto già disposto dall'Ordinanza di oggi dei ministro dell'Interno e della Salute, anche il divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso rispetto a quello in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute.
 
In conseguenza di tale disposizione non sarà inoltre più consentito di spostarsi neanche per il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
 
Ulteriore novità del Dpcm è che contiene anche la proroga al 3 aprile di queste misure che come si ricorderà sarebbero dovute scadere il prossimo 25 marzo.
 
Prorogata al 3 aprile anche l’Ordinanza del 20 marzo di Speranza, quella del blocco delle attività all’aperto con il divieto in tutta Italia di accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici e con lo stop all’attività ludica o ricreativa all’aperto tranne che nelle vicinaze del proprio appartamento.

22 marzo 2020
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