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Fimmg: “Lodevole l’attenzione del ministro, ma per un filtro all’area specialistica è essenziale valorizzare il ruolo dei medici di famiglia”


22 FEB - “Non possiamo che apprezzare l’attenzione e le azioni che il ministro della Salute Giulia Grillo sta dedicando al tema delle liste d’attesa. Una questione che ha risvolti quotidiani sulla pratica ambulatoriale e che incide sull’accesso dei nostri pazienti alle cure di secondo livello. Tuttavia, quando il tema della lista d’attesa riguarda alcune visite specialistiche, non si può sottovalutare l’approccio “burocratico” che i meccanismi prescrittivi di alcuni farmaci cosiddetti “innovativi” quali Incretine, Nao e farmaci per la BPCO creano. Esistono percorsi assistenziali che meritano una riflessione più attenta, percorsi che potrebbero e dovrebbero giovarsi del sostegno della medicina generale”. Questo il commento del segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti, che commenta il nuovo Piano nazionale per il governo delle liste d’attesa 2019-2021.
 
“Bene parlare di gestione trasparente delle prenotazioni di visite ed esami medici – dice Scotti – ottimo prevedere una riduzione dei tempi massimi per ottenere le prestazioni non urgenti. E’ anche giusto che si intervenga sui manager che non riescono ad ottenere i risultati stabiliti. Quello che ci sembra assurdo è che si vada ad intervenire sulle liste d’attesa senza in alcun modo prendere in considerazione una modifica della modalità prescrittiva che coinvolga attivamente i medici di famiglia nel rispetto dei criteri di sostenibilità e appropriatezza e di cooperazione integrativa con la specialistica. Su temi specifici e di grandissimo impatto, penso ad esempio alle visite specialistiche di area cardiologica, pneumologica, diabetologica, ci aspettiamo che le analisi sulle liste d’attesa non nascondano con artifizi informatici le attese determinate da obblighi prescrittivi di piani terapeutici ad esclusività specialistica e che invece si ragioni comprendendo che l’intervento prescrittivo dei medici di medicina generale può liberare energie specialistiche per un vero secondo livello di cura e non come accompagnamento di controllo amministrativo del primo livello”.
 
“Sarebbe ridicolo – conclude Scotti - che un direttore generale un domani possa essere messo in discussione per effetto di una lista d’attesa creata dalla burocrazia prescrittiva, che da obbligo dello stato diventi una sua responsabilità”.

22 febbraio 2019
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