Quanti sono gli embrioni crioconservati? Lorenzin: “Nel 2015 erano 34.490”
13 DIC - La terza interrogazione al question time odierno del ministro
Lorenzin riguardava la questione degli embrioni crioconservato ed era stata posta dall’on.
Gian Luigi Gigli di Democrazia Solidale-Centro Democratico e verteva sui dati relativi al numero di embrioni crioconservati nelle banche dei centri italiani autorizzati alla procreazione artificiale.
Ecco la trascrizione integrale del question time in oggetto:
Il quesito di Gigli.Signora Ministra, lei sa che la legge n. 40 del 2004 aveva consentito una riduzione del numero degli embrioni criocongelati che si erano accumulati durante gli anni della provetta selvaggia, del Far West procreativo. A seguito della sentenza della Corte Costituzionale del 2009, questo numero è tornato ad aumentare. Noi le chiediamo di sapere ad oggi quanti sono gli esseri umani allo stadio di sviluppo embrionale che giacciono dimenticati nei congelatori delle cliniche autorizzate ad eseguire la fecondazione
in vitro, e chiediamo anche di sapere eventualmente se ci può dire qualcosa su quale sarà il loro destino.
La risposta di Lorenzin.La legge n. 40 del 2004 ha come noto istituito presso l'Istituto superiore di sanità il registro nazionale delle strutture autorizzate all'applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita degli embrioni formati. Nel registro sono raccolti anche i dati riguardanti il numero di embrioni crioconservati, che appartengono a due categorie: quelli cosiddetti in stato di abbandono, formati nel periodo antecedente all'entrata in vigore della legge n. 40 e così definiti dal decreto ministeriale del 4 agosto 2004, in quanto non più destinati al trasferimento; e quelli formati dopo l'entrata in vigore della legge n. 40. I primi sono stati censiti dall'Istituto superiore di sanità, mentre per i secondi la modalità di raccolta dei dati, possibile solo in forma aggregata per ragioni attinenti alla tutela della
privacy, non permette di correlare univocamente i dati ad ogni ciclo di trattamento di PMA, e quindi di correlare i dati raccolti da un anno all'altro: il che significa che non è possibile risalire con i dati del registro all'anno di formazione e crioconservazione degli embrioni scongelati ogni anno, e quindi al numero complessivo di embrioni crioconservati presenti nei centri di procreazione assistita alla data di oggi, o comunque in una data determinata.
Va ricordato che comunque a prescindere dalle modalità di raccolta dei dati, vista la dinamica di crioconservazione e scongelamento continuo di embrioni nei cicli di PMA, il numero di quelli presenti nei centri varia ovviamente in continuazione nel tempo. Quanto al numero degli embrioni crioconservati, non posso quindi che ribadire in questa sede quanto già indicato nell'ultima relazione al Parlamento, ovvero che nel 2015 sono stati formati e crioconservati 34.490 embrioni, pari al 31 per cento del totale, mentre sono stati scongelati 20.444 embrioni.
La replica di Gigli. Che dirle, signora Ministro? Io ricordo altre relazioni ministeriali nelle quali venivano dati dei numeri complessivi e se non ricordo male - credo di andare abbastanza a memoria - questo numero si era ridotto, quando aveva finito di produrre i suoi effetti la legge 40, a circa - se non erro - 28.000, dopodiché gli ultimi dati che io ricordo di fonte tuttavia ministeriale erano circa 58.000.
Oggi lei ci dice che questi dati non è possibile averli, ci dice solo un dato, che è interessante tuttavia, che ci sarebbero stati 10.000 embrioni in più tra quelli formati e quelli consumati nel 2015, quindi abbiamo avuto un'ulteriore accumulo di 10.000 embrioni.
Che dire? Credo che ormai siamo arrivati a circa 70.000 almeno dai dati in mio possesso, ma può essere che mi sbagli.
Vorrei però che anche da parte del Ministero nascesse per così dire, alla luce di questo dato, che è comunque un dato drammatico, si tratta di decine di migliaia di essere umani, ripeto, allo stato di sviluppo embrionale, che giacciono senza alcuna
chance di potenziale sviluppo, vorrei che fosse possibile immaginare un percorso, che è quello dell'adozione per la nascita.
Lei ci ha già distinto gli embrioni abbandonati prima della legge 2004: sarebbe bene che il Governo si impegnasse a identificare un percorso per stabilire le modalità per considerare abbandonati anche quelli dopo la legge 40 del 2004, perché se così fosse forse ci sarebbero tante famiglie che, a causa di infertilità o per la generosità a cui sono disponibili con il meccanismo dell'adozione, potrebbero come ripeto dare una
chance di vita a questi piccoli esseri umani e permettere loro di svilupparsi, risolvendo forse anche collateralmente qualche altro problema come quello, su cui più volte ho avuto modo di interrogarla e che lei ricorda e sul quale ha sempre dato risposte rassicuranti, che tuttavia non rassicurano nessuno, che è la compravendita dei gameti per la fecondazione eterologa che avviene nei Paesi come la Spagna e la Repubblica Ceca in particolare, dove numerose regioni italiane, aggirando quelli che sono i nostri vincoli di legge, col meccanismo finto del pagamento delle spese riescono tuttavia a comprare, ripeto, da persone che si rendono disponibili per ragioni di bisogno.
Mi auguro che il Governo voglia impegnarsi in futuro - e non sarebbe cosa difficile - per stabilire appunto un meccanismo per l'adozione per la nascita e stabilire altresì appunto una possibilità di prelevamento di questi embrioni abbandonati per quanto riguarda appunto la donazione.
13 dicembre 2017
© Riproduzione riservata