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Allarme Aaroi Emac: “Sistema sanitario in affanno e disorganizzazione”

La pandemia sta mettendo a dura prova tutti gli ospedali del Paese; a preoccupare gli anestesisti rianimatori è la disorganizzazione del sistema sanitario: “Non avremmo mai voluto vedere lunghe file di ambulanze davanti ai pronto soccorso in attesa di barelle, bombole di ossigeno e posti letto. E’ un fatto gravissimo, perché testimonia la disorganizzazione del sistema e l’incapacità di dare adeguate risposte ai pazienti”, afferma il presidente dell’Aaaroi Emac FVG, Alberto Peratoner.

01 DIC - Il 9 novembre scorso il Presidente Aaroi Emac per Friuli Venezia Giulia, Alberto Peratoner, comunicava, con una nota al Presidente regionale Massimiliano Fedriga e al Vicepresidente con delega alla salute Riccardo Riccardi, le proprie preoccupazioni in merito all’attuale situazione di forte pressione sugli ospedali legata all’emergenza sanitaria. Ad allarmare il sindacato degli anestesisti e dei rianimatori le criticità del sistema sanitario regionale legate alla carenze dei posti letto e del personale restante. A quasi un mese di distanza “la situazione dei posti letto non è migliorata anzi, è decisamente peggiorata”, afferma Peratoner.

“Siamo preoccupati - spiega il presidente dell’Aaroi Emac FVG - perché i nostri ospedali presentano serissimi problemi di organico, di organizzazione interna, di posti letto e non solo nelle terapie intensive, carenze che non ci permettono di dare pronto ricovero e cura a tutti i pazienti Covid-19”. Ne è testimonianza l’alto numero di pazienti positivi che ogni giorno ed ogni notte permangono presso i due principali PS (Trieste e Udine) in attesa di destinazione tra i vari nosocomi del FVG”.

Anche se la curva dei contagi di questi giorni in FVG sta rallentando, segnando al 30.11.2020, 575 nuovi casi e 21 morti, il numero totale dei positivi giornalieri resta comunque molto alto mettendo sotto pressione tutta la rete ospedaliera, tale per cui, come riporta il sindacato AAROI EMAC, che in questi giorni si sono verificate file di ambulanze davanti al pronto soccorso, in attesa di barelle.

“Dobbiamo dire le cose come stanno – continua Peratoner – ed in questo momento gli operatori sono allo stremo, sia per fatica fisica che per carico emotivo/stress accumulati. Ora come ora, la mole di lavoro per gli operatori sanitari è molto aumentata e ciò è dipeso dalla crescita dei ricoveri di positivi al Covid-19, dalla mutata tipologia di lavoro, dal vergognoso taglio delle ferie attuato da certe amministrazioni e dalle carenze di organico legate anche all’aumento del numero di colleghi risultati positivi”.

Secondo l’AAROI EMAC, inoltre, quand’anche il numero dei posti letto in terapia intensiva per i pazienti COVID+ dovesse essere ulteriormente potenziato rispetto gli attuali, il problema rimarrebbe un altro, ovvero quanti di questi posti letto sarebbero realmente attivabili con personale esperto, competente ed in numero sufficiente a fornire un’adeguata assistenza ai malati.

“Prendere del personale da altri reparti non intensivi per spostarlo nelle terapie intensive e sub intensive – ribadisce l’AAROI EMAC – non è sicuro, perché questo ambito del sistema sanitario è ultraspecialistico e ultratecnologico, richiede approfondita conoscenza, grande esperienza e preparazione e predisposizione a gestire situazioni cliniche delicatissime. Vi sono precisi standard di riferimento nazionali ed internazionali che prevedono oltre che un certo tipo di dotazione tecnologica anche e soprattutto la qualifica ed il numero di personale medico ed infermieristico necessario ed indispensabile per poter aprire tale tipologia di degenza”.

“Non avremmo mai voluto vedere – conclude il Presidente Peratoner – lunghe file di ambulanze davanti ai pronto soccorso in attesa di barelle, bombole di ossigeno e posti letto, come è successo di recente.  E’ un fatto gravissimo perché testimonia la disorganizzazione del sistema e l’incapacità di dare adeguate risposte ai pazienti. Il sistema sanitario in FVG sta subendo una fortissima crisi, sminuire la situazione e negare l’evidenza non fa bene a nessuno, è invece necessario a stretto giro trovare soluzioni organizzative più impattanti, oltre che interrompere la curva dei contagi con misure più restrittive”.  

Endrius Salvalaggio

01 dicembre 2020
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