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Coronavirus. Serve la totale estensione della ricetta elettronica

È quanto chiedono Walter Zalukar (Gruppo Misto), Cristiano Shaurli e Lorenzo Cociani (Welfare Pd) ed il Presidente Dino Trento dell’Omceo Trieste. Evitare di uscire di casa e di andare negli ambulatori medici, soprattutto per le persone fragili, può diventare un salvavita

11 MAR - I rischi legati alla trasmissione del Covid-19, come è noto, viaggiano assieme alle persone e quindi gli ambulatori medici possono diventare dei veri e propri ricettacoli di Coronavirus. Gli anziani o anziani pluripatologici sono i più aggredibili e, in caso di contagio, con un più alto rischio di mortalità. Evitare di uscire di casa e, meglio ancora, evitare di andare negli ambulatori medici in questo periodo, soprattutto per le persone fragili, può diventare un salvavite.
 
Come può fare una di queste categorie a rischio se si deve rifornire dei farmaci? Usare la ricetta elettronica, facendo richiesta di approvvigionamento delle medicine direttamente al proprio medico di famiglia via filo per poi recarsi direttamente nelle farmacie. 
“Non tutto il territorio del FVG è coperto dal servizio della ricetta dematerializzata – spiega Walter Zalukar, Gruppo Misto - anzi, dalle nuove linee di gestione, fra i tanti obbiettivi, si ha l’estensione di questo servizio che dovrebbe arrivare al novanta per cento del territorio del FVG. Oltre al problema di mancata copertura del servizio della ricetta elettronica, esiste un altro problema. Laddove il servizio è presente, il medico di medicina generale invia al farmacista telematicamente la prescrizione dei farmaci che, però, il paziente, per ritirare i farmaci, non basta che si rechi in farmacia, ma deve prima recarsi in ambulatorio del medico a ritirare un codice a barre da consegnare allo stesso farmacista”.
 
Sul punto il Consigliere regionale Walter Zalukar, Gruppo Misto ha in questi giorni depositato un’interrogazione alla Giunta di Fedriga con la richiesta di: attivare con prontezza l’effettivo e pieno utilizzo della ricetta dematerializzata anche quale misura di prevenzione per l’epidemia di COVID-19; di togliere l’uso del promemoria cartaceo per il ritiro del farmaco prescritto con ricetta dematerializzata e, infine, che sia data contezza della percentuale di utilizzo della ricetta dematerializzata in Regione e nei diversi ambiti territoriali.
 
Sui recenti contagi da Covid-19, che ha toccato anche alcuni operatori sanitari, qualche giorno fa si è espresso anche l’Ordine dei medici di Trieste a mezzo del Presidente Dino Trento, richiamando i cittadini ad un maggiore senso di responsabilità ed invitando la Regione a semplificare la procedura del ritiro della ricetta. “Se il paziente è costretto ad andare dal medico per ritirare la ricetta cartacea per poi passare in farmacia - ha sottolineato il dottor Trento - deve stare in sala d’attesa e stazionare con altri pazienti, quindi è un accesso inutile presso lo studio del medico. Preghiamo la Regione di voler semplificare queste procedure per limitare i contagi”.
 
Lorenzo Cociani, medico e responsabile Welfare della segreteria regionale precisa che “Il Pd chiede alla Giunta Regionale di accelerare le procedure sulla ricetta dematerializzata introdotta ormai da anni: una volta che il medico ha emesso la ricetta, il cittadino deve poter andare direttamente in farmacia per farsi consegnare il farmaco senza bisogno di inutili pezzi di carta”. “Al Governo nazionale chiediamo di affrontare subito – aggiunge Cociani - il tema della certificazione di malattia INPS valutando la possibilità di consentire l’autocertificazione da parte del paziente. Posti determinati paletti, non dobbiamo aver paura di responsabilizzare i cittadini, liberando al contempo i medici dalle ‘carte’ per consentire loro di occuparsi di ciò che hanno realmente a cuore cioè – conclude - la salute dei loro pazienti”.
 
“La lotta al coronavirus si deve fare anche tagliando burocrazia inutile e oggi pure potenzialmente dannosa alla salute. Per questioni di fatto burocratiche, come ripetizioni di ricette e certificati di malattia, si obbligano ancora i cittadini a recarsi negli ambulatori dei medici di medicina generale: sono spostamenti e assembramenti che possiamo evitare, e per cui chiediamo coraggio al governo regionale e alle autorità nazionali”. Lo afferma il segretario regionale Pd Fvg Cristiano Shaurli, rilanciando l’appello dell’ordine dei medici a semplificare le pratiche per evitare accessi non indispensabili agli studi di medicina generale.
 
Endrius Salvalaggio

11 marzo 2020
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