FVG. Intersindacale: “Politiche Giunta si allineano a logica nazionale: accettazione tagli, turn over inadeguato e limitazione competenze dirigenti”
La associazioni dei professionisti della regione boccia l'operato dell'amministrazione: “Non ha mai saputo, o voluto, spiegare e motivare in modo credibile tagli e chiusure, che continuano ad apparire illogici e irrazionali. O motivati da altri interessi, come avviene nelle aziende ‘miste’ ospedale università”.
05 NOV - La grave preoccupazione per il futuro del Servizio sanitario pubblico, espressa con lo stato di agitazione nazionale proclamato dalle Organizzazioni sindacali della Dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, trova piena corrispondenza nelle Associazioni dei professionisti del Friuli Venezia Giulia. “La nostra Giunta regionale – sottolinea una nota dell’
Intersindacale - ad un anno dall’approvazione della riforma sanitaria, che contiene alcuni obiettivi condivisibili, sembra allinearsi al quadro nazionale senza fare un passo avanti nel cambiamento riformatore: accetta passivamente il taglio delle risorse, non provvede all’adeguato turn-over degli operatori sanitari, limita fortemente le competenze organizzative e gestionali dei dirigenti medici e sanitari, riduce gli spazi di dialogo”.
I professionisti ricordano di aver segnalato più volte alcune incongruenze della riforma, “ma non vi è stata alcuna possibilità di incidere su decisioni che a volte appaiono paradossali: aziende con bacini d’utenza assai improbabili, che non corrispondono ai reali, e difficilmente modificabili, flussi dei pazienti”. A ciò si aggiunge “la pressoché totale mancanza di trasparenza nella scelte della Regione, che non ha mai saputo, o voluto, spiegare e motivare in modo credibile tagli e chiusure, che continuano ad apparire illogici e irrazionali. O motivati da altri interessi, come avviene nelle aziende ‘miste’ ospedale università, dove le strutture universitarie sembrano ritenute intoccabili a priori, a prescindere da dati strutturali, livelli di attività, risultati o merito”.
La legge di riforma sanitaria regionale approvata nell’ottobre 2014, fa notare l’Intersindacale, ha previsto la costituzione di aziende miste ospedale-università-territorio,” il che però risultava contrario alla normativa vigente (tanto che in Toscana un progetto analogo era stato respinto dal Governo); ora, a poco più di un anno di distanza, con la legge di stabilità il Governo Renzi prevede proprio la creazione di aziende ‘uniche’, incorporando le aziende ospedaliero-universitarie in quelle territoriali, e destando grande allarme fra i professionisti, che a ragione temono che i territori, invece che orientarsi alla propria mission nella sanità pubblica, vengano asserviti alle logiche e agli interessi dell’università”.
Per questo “anche nella nostra regione la situazione sta diventando insostenibile, in primo luogo per i cittadini, le cui associazioni condividono con i professionisti la preoccupazione per il futuro del servizio sanitario pubblico, e diffusamente ritengono che sia minacciato lo stesso diritto costituzionale alla salute”.
05 novembre 2015
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