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Giovedì 05 NOVEMBRE 2015
FVG. Intersindacale: “Politiche Giunta si allineano a logica nazionale: accettazione tagli, turn over inadeguato e limitazione competenze dirigenti”
La associazioni dei professionisti della regione boccia l'operato dell'amministrazione: “Non ha mai saputo, o voluto, spiegare e motivare in modo credibile tagli e chiusure, che continuano ad apparire illogici e irrazionali. O motivati da altri interessi, come avviene nelle aziende ‘miste’ ospedale università”.
La grave preoccupazione per il futuro del Servizio sanitario pubblico, espressa con lo stato di agitazione nazionale proclamato dalle Organizzazioni sindacali della Dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, trova piena corrispondenza nelle Associazioni dei professionisti del Friuli Venezia Giulia. “La nostra Giunta regionale – sottolinea una nota dell’Intersindacale - ad un anno dall’approvazione della riforma sanitaria, che contiene alcuni obiettivi condivisibili, sembra allinearsi al quadro nazionale senza fare un passo avanti nel cambiamento riformatore: accetta passivamente il taglio delle risorse, non provvede all’adeguato turn-over degli operatori sanitari, limita fortemente le competenze organizzative e gestionali dei dirigenti medici e sanitari, riduce gli spazi di dialogo”.
I professionisti ricordano di aver segnalato più volte alcune incongruenze della riforma, “ma non vi è stata alcuna possibilità di incidere su decisioni che a volte appaiono paradossali: aziende con bacini d’utenza assai improbabili, che non corrispondono ai reali, e difficilmente modificabili, flussi dei pazienti”. A ciò si aggiunge “la pressoché totale mancanza di trasparenza nella scelte della Regione, che non ha mai saputo, o voluto, spiegare e motivare in modo credibile tagli e chiusure, che continuano ad apparire illogici e irrazionali. O motivati da altri interessi, come avviene nelle aziende ‘miste’ ospedale università, dove le strutture universitarie sembrano ritenute intoccabili a priori, a prescindere da dati strutturali, livelli di attività, risultati o merito”.
La legge di riforma sanitaria regionale approvata nell’ottobre 2014, fa notare l’Intersindacale, ha previsto la costituzione di aziende miste ospedale-università-territorio,” il che però risultava contrario alla normativa vigente (tanto che in Toscana un progetto analogo era stato respinto dal Governo); ora, a poco più di un anno di distanza, con la legge di stabilità il Governo Renzi prevede proprio la creazione di aziende ‘uniche’, incorporando le aziende ospedaliero-universitarie in quelle territoriali, e destando grande allarme fra i professionisti, che a ragione temono che i territori, invece che orientarsi alla propria mission nella sanità pubblica, vengano asserviti alle logiche e agli interessi dell’università”.
Per questo “anche nella nostra regione la situazione sta diventando insostenibile, in primo luogo per i cittadini, le cui associazioni condividono con i professionisti la preoccupazione per il futuro del servizio sanitario pubblico, e diffusamente ritengono che sia minacciato lo stesso diritto costituzionale alla salute”.
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