VI Forum Risk Management. Da Fiaso e Federsanità le ricette per integrare ospedale e territorio
In partnership con Fiaso e Federsanità al Forum di Arezzo un dibattito sul rapporto e la compatibilità tra ospedale e territorio in cui è emerso come come oggi sia decisivo riorganizzare il sistema anche perché la sanità rischia di essere travolta dall'esplosione delle cronicità.
22 NOV - Aperta da Giovanni Bissoni, che ha fatto emergere tutte le difficoltà attuali e future della sanità i relatori hanno cercato di fornire risposte sulla sfida più importante che attiene alla sanità del presente e del futuro: come gestire l'aumento delle cronicità, l'esigenza di rafforzare il territorio a fronte di risorse sempre minori. Interessante il contributo d
i Francesco Taroni dell'Università di Bologna che ha evidenziato come “negli ultimi trent'anni ci sia stata una trasformazione della sanità che ha inciso sul governo clinico assistenziale delle strutture. Trasformazione, che però è stata molto disordinata, soprattutto in riferimento ai medici di medicina generale, il cui sistema risale al 1862”. Proprio questa scarsa integrazione orizzontale nelle cure primarie è una delle principali criticità del sistema ed è per questo, per Taroni, che “dobbiamo trovare urgentemente nuove forme assistenziali, altrimenti nei prossimi anni saremo travolti dalla valanga delle cronicità”. In questo quadro è intervenuto il direttore generale di
Agenas, Fulvio Moirano che ha evidenziato come “ad oggi c'è ancora troppa ospedalizzazione inappropriata sui giovani e come c'è poca programmazione. Pensiamo per esempio all'accreditamento delle strutture private in cui non è mai stato elaborato un testo unico di riferimento per le Regioni”. Moirano ha poi sottolineato come il nostro Paese abbia ridimensionato la sua offerta ospedaliera ma occorre anche implementare quella sul territorio e per farlo è indispensabile che la politica faccia delle scelte, senza dimenticare come sia necessario fare di più sulla formazione gestionale e organizzativa in sanità”. Per le aziende è intervenuto
Francesco Ripa di Meana past president di Fiaso che ha difeso il ruolo delle aziende ospedaliere e ha evidenziato come esse “siano state in questi anni il luogo dell'innovazione e che potranno esserlo anche in futuro”. Per Ripa di Meana un aspetto essenziale è quello “dell'Accountability che dovrà essere sempre più manageriale” e il fatto che le aziende anche in questo momento di cambiamento potranno cogliere la sfida del futuro attraverso l'implementazione di reti cliniche interaziendali e percorsi clinico assistenziali che dovranno essere riorganizzati introno ai bisogni del paziente seguendo i paradigmi della qualità, dell'equità e della presa in carico”. Anche A
ngelo Lino del Favero, presidente di Federsanità ha segnalato l'importanza del ruolo delle aziende ma ha specificato che ciò non è sufficiente perché “la sostenibilità è legata all'equilibrio tra ospedale, distretto e prevenzione”. Per Federsanità occorre infatti che si ampli la collaborazione e la programmazione sanitaria tra il mondo della sanità e quello degli enti locali, “puntando sul distretto attraverso la promozione di stili di vita sani e della medicina d'iniziativa”. Poi del Favero si è soffermato sul ruolo del Mmg la cui “figura è centrale per quanto concerne i processi di prescrizione e per questo deve coordinarsi e confrontarsi sempre di più con il medico ospedaliero perché il Mmg deve diventare il 'case manager' del paziente”. In quest'ottica per del Favero “occorre puntare sulla formazione di un nuovo tipo di professionisti se si vuole sviluppare il territorio e bisogna potenziare al più presto strumenti innovativi quali il Fascicolo sanitario elettronico, ma anche l'Adi e le Rsa, nonché percorsi di dimissioni protette”. Infine per il presidente di Federsanità bisogna modificare i Lea: “Sono un tabù ma occorre metterci mano dando maggior spazio al territorio”. Nel dibattito è intervenuto anche
Giacomo Milillo, segretario della Fimmg che ha ribadito come forse “un peccato originale del Ssn sia stata la creazione della doppia figura del medico: dipendente o convenzionato e che i pregiudizi tra queste due anime non abbiano fatto altro che rallentare lo sviluppo del Ssn”. Oggi per Milillo bisogna andare oltre e cambiare le regole ma per farlo occorre soprattutto che le Regioni diano un segnale forte e concreto. Infine, ha parlato anche il
presidente della Fnomceo Amedeo Bianco che ha segnalato la crisi del Ssn e di come con le poche risorse che verranno stanziate nei prossimi anni “non si va da nessuna parte”. In ogni caso il numero uno dei medici ha dichiarato la piena disponibilità della categoria a qualsiasi cambiamento nel rispetto dell'autonomia professionale ma prima di tutto “deve cambiare il contesto, il clima” che vede la sfiducia farla da padrone.
22 novembre 2011
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