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Vaccini Covid. L’Emilia-Romagna pronta per le terze dosi. Già partite le prime convocazioni

Si parte lunedì 20 settembre con la convocazione diretta da parte delle Aziende sanitarie ai cittadini che rientrano nelle categorie indicate dal ministero della Salute. Una comunicazione dell’assessorato regionale alle Politiche per la Salute  ha chiarito alle Aziende sanitarie ulteriori aspetti di natura operativa

16 SET - L’Emilia-Romagna è pronta. Da lunedì 20 settembre si parte con la terza dose di vaccino anti Covid-19: le persone appartenenti alle categorie per le quali è prevista la somministrazione non dovranno fare nulla, perché verranno direttamente contattate dalle Aziende sanitarie. Sono già partite le prime convocazioni.
A definire i destinatari della terza dose è una circolare del ministero della Salute, cui ha fatto seguito, oggi stesso, una comunicazione dell’assessorato regionale alle Politiche per la Salute che ha chiarito alle Aziende sanitarie ulteriori aspetti di natura operativa.
 
Sono due i casi per i quali è prevista la terza dose del vaccino, con tempistiche di somministrazione diverse: per completare il ciclo vaccinale primario, perché in queste circostanze una dose addizionale è ritenuta necessaria per garantire un livello adeguato di risposta immunitaria in una popolazione a rischio di Covid-19 severo; oppure - e in questo caso di parla di dose di richiamo o booster - per effettuare un richiamo dopo che il ciclo vaccinale primario è già stato completato, con l’obiettivo di mantenere nel tempo un adeguato livello di risposta immunitaria.
 
La dose addizionale va somministrata dopo almeno 28 giorni dall’ultima ed è rivolta in via prioritaria ai soggetti trapiantati e immunocompromessi, tra cui ad esempio pazienti con patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi in trattamento e fino ai 6 mesi dalla sospensione delle cure, o ancora persone in dialisi e con insufficienza renale cronica grave.
Come indicato nella circolare le attuali evidenze sui vaccini anti Covid-19 in soggetti sottoposti a trapianto di organo solido o con marcata compromissione della risposta immunitaria per cause legate alla patologia o a trattamenti farmacologici che abbiano già completato il ciclo vaccinale primario, mostrano un significativo beneficio in termini di risposta immunitaria in seguito alla somministrazione di una dose aggiuntiva di vaccino. Viene inoltre chiarito che le condizioni patologiche dei destinatari della dose addizionale potranno essere aggiornate in futuro, sulla base delle evidenze scientifiche disponibili.
 
 
La dose booster o di richiamo invece va somministrata dopo almeno sei mesi dall’ultima somministrazione ed è destinata alle persone a maggior rischio di sviluppare malattia grave per condizioni di fragilità(come i grandi anziani o i soggetti ricoverati nelle Rsa) ed eventualmente agli operatori sanitari a seconda del livello di esposizione al virus. La terza dose in questi casi serve a mantenere nel tempo un adeguato livello di risposta immunitaria.
La Circolare ministeriale specifica anche che, ferma restando la priorità del raggiungimento di un'elevata copertura vaccinale con il completamento dei cicli attualmente autorizzati, sarà definita la strategia di somministrazione di una dose di richiamo con vaccino a m-RNA in favore di ulteriori gruppi target, tenendo conto delle evidenze scientifiche e dell’evoluzione dello scenario epidemiologico.
 
Vaccini utilizzati. Considerate le indicazioni fornite dalla Commissione Tecnico Scientifica di Aifa, nel caso non fosse disponibile il medesimo vaccino utilizzato per il ciclo primario, è possibile utilizzare come dose addizionale uno dei due vaccini a m-RNA autorizzati in Italia: Comirnaty di BioNTech/Pfizer nei cittadini dai 12 anni in su e Spikevax di Moderna nei soggetti dai 18 anni in su.
La regione ha poi comunicato l'elenco dei Destinatari dose addizionale:
- Trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva
- trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica)
- attesa di trapianto d’organo
- terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CART)
- patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure
- immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.)
- immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es: terapia corticosteroidea ad alto dosaggio protratta nel tempo, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.)
- dialisi e insufficienza renale cronica grave
- pregressa splenectomia
- sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) con conta dei linfociti T CD4+ < 200cellule/µl o sulla base di giudizio clinico.
 

16 settembre 2021
© Riproduzione riservata

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