Il personale sanitario è l’investimento più importante
03 MAR -
Gentile Direttore,
per quanto si sia intervenuti invertendo una linea di depauperamento delle risorse, ancora è marcata la sofferenza dei Dipartimenti di "Cure Primarie" e di "Salute Mentale Dipendenze" che insieme a "Sanità Pubblica" resistono nel territorio. Anche i Servizi Sociali, altro presidio essenziale, necessitano di adeguati rinforzi se si vuole creare un welfare di comunità che realizzi l'integrazione sociosanitaria.
L'esperienza delle USCA è stata importante ma non basta. Utili le stabilizzazioni del personale con tre anni di anzianità (ma occorrerebbe abbassare il limite ad un anno) perchè così sono troppo lente, limitate a far sopravvivere il sistema. Il persistere del precariato non dà stabilità. Non basta discutere di modelli e riforme, serve un grande investimento in personale reclutato con nuove procedure.
Vanno assunti tutti i medici disponibili mediante, ad esempio, un colloquio, poi un mese di prova nel quale si faranno le necessarie formazioni operative cui far seguire (solo) un giudizio di idoneità.
Contestualmente alla pratica professionale, verranno effettuati i necessari corsi di specializzazione e la formazione continua del Servizio Sanitario che è anche una grande scuola di esperienze e cultura. Vanno formati i giovani studenti orientandoli negli ambiti più carenti.
Lo stesso percorso per infermieri, tecnici, assistenti sociali, psicologi e amministrativi.
Così si può dare la spinta alle vaccinazioni della popolazione (che andrà ripetuta nel tempo) e si può fare fronte alla sempre più grave crisi sanitaria (non c'è solo il covid), sociale, economica e spesso familiare ed educativa, con servizi adeguati e sulle 24 ore.
Attraverso risorse giovani si può avviare un nuovo progetto partecipato per disegnare e realizzare concretamente la nuova sanità territoriale che ridia spazio alla prevenzione, affronti i temi dell'equità, delle povertà e dell'abbandono delle fasce più deboli. La sanità deve essere un grande investimento e fattore di sviluppo.
Si sono semplificati esami di maturità, si è abolito l'esame di stato per la professione medica e quindi i finanziamenti e i sistemi di assunzione devono essere adeguati alla situazione di emergenza, superando riserve e perplessità che si colgono in diversi ambiti. Per ciascun dipartimento territoriale ci sono riferimenti circa le dotazioni necessarie.
Altrimenti con i pensionamenti di medici di medicina generale e specialisti, precariato, contratti vari, convenzioni e trattative, bandi e concorsi lenti, reclutamenti speciali, si rischiano gravi carenze o al più di avere solo soluzioni tampone, pur con il benemerito coinvolgimento della Protezione Civile e dell'Esercito...
Servono risposte strutturali in tutti gli ambiti della sanità e del sociale: non basta assicurare il turnover ma occorre affrontare i nodi per rafforzare tutti i presidi della sanità territoriale, Medicina Generale, Centri di Salute Mentale, Consultori ed al., dare stabilità per definire nuovi modelli operativi.
Per questo il personale è il primo e più importante investimento, da fare subito sia per evitare la demotivazione e il cedimento di quello già in servizio, sia per riequilibrare il rapporto domanda/offerta e promuovere quei cambiamenti che permettano di fare della casa della persona il primo luogo
di cura, la vera "casa della salute" collegata alle (future) Case della Comunità. Occorre uno sguardo lungo, la pandemia verrà messa sotto controllo ma purtroppo non finirà presto e quindi occorre organizzare le forze per il medio-lungo periodo, tre-cinque anni.
Pietro Pellegrini
Direttore Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale Dipendenze Patologiche
Ausl di Parma
03 marzo 2021
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