Covid. Rsa per anziani e disabili. In Emilia Romagna per le persone in visita tamponi rapidi all’ingresso
Entro la prima decade di novembre, in concomitanza con l’arrivo dei tamponi rapidi, i parenti potrebbero avere la possibilità di effettuare il tampone direttamente nella struttura e, se l’esito sarà negativo, di ricevere l’autorizzazione a incontrare i familiari ricoverati. Schlein e Donini: “Un dramma nel dramma che deve essere superato. Bisogna assicurare equilibrio tra la massima tutela della salute degli ospiti e il bisogno di stare vicino ai propri cari”.
23 OTT - Non abbassare la guardia sulla sicurezza ma coniugare questa necessità a quella, altrettanto importante, di stare vicino ai propri cari. Con questo obiettivo la Regione Emilia-Romagna è al lavoro per dotare i gestori delle strutture residenziali per anziani e disabili di tamponi rapidi per favorire una modalità di screening immediato rivolto a familiari e parenti. In questo modo si potrebbero riprendere visite programmate e contingentate.
“Entro la prima decade di novembre - annuncia una nota della Regione - , in concomitanza con l’arrivo dei tamponi rapidi, i parenti potrebbero avere la possibilità di effettuare il tampone direttamente nella struttura e, se l’esito sarà negativo, di vedersi autorizzare dai gestori la possibilità di incontrare i propri cari lì ospitati”.
La direzione generale dell’assessorato al Welfare e alle Politiche per la salute definirà già nei prossimi giorni le modalità operative della distribuzione dei tamponi rapidi, dopo un confronto diretto con i gestori delle strutture che li richiederanno: Case-residenza per anziani non autosufficienti (Cra), Case di riposo e comunità alloggio per anziani, Centri socio-riabilitativi residenziali per disabili e Case famiglia e gruppi appartamento per anziani e disabili (Csrr).
“E’ indispensabile - sottolineano la vicepresidente con delega al Welfare,
Elly Schlein, e l’assessore alle Politiche per la salute,
Raffaele Donini - trovare una soluzione a quello che giustamente viene vissuto come un dramma nel dramma: l’impossibilità di stare vicino ai propri affetti in un momento così delicato e doloroso come quello che stiamo vivendo, con il rischio da parte di persone che già si trovano in condizioni di fragilità di sentirsi isolate e quasi dimenticate. Naturalmente la sicurezza va garantita e rimane la priorità assoluta, ma accanto all’esigenza sanitaria ne esiste una, altrettanto importante, che è quella affettiva, umana. Non bisogna arretrare di un millimetro sulle norme di sicurezza, ma non possiamo ignorare il dolore dei familiari dei degenti che non vogliono lasciarli soli”.
23 ottobre 2020
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