Fnomceo non banalizzi la questione dei ‘camici grigi’
04 MAR -
Gentile direttore,
nei giorni scorsi si è svolto, presso il Ministero della Salute, l’i
ncontro dei “Camici Grigi” con il Ministro dott.ssa
Giulia Grillo, la quale ha ascoltato con estrema attenzione i vari interventi e ha risposto con prontezza e solidarietà. Presente anche il presidente della FNOMCeO dott.
Filippo Anelli che, in un
comunicato stampa, riferendosi al suddetto evento, parla di un “migliaio” di medici che sarebbero nelle condizioni di cui sopra.
Ora, leggendo proprio quel comunicato, sembra che il dott. Anelli non fosse effettivamente presente. La situazione minimizzata in un banale “migliaio” di medici si riferisce ad un ordine di grandezza superiore, cioè circa diecimila. Verosimilmente si tratta di un errore in buonafede e per ciò, se prontamente corretto, potrà essere perdonato.
Quello che è imperdonabile è che in quel comunicato il dott. Anelli parli di “infrangere le regole” nel cercare una strategia di risoluzione di un problema, emergente ora, ma che avrebbe potuto essere evitato, dallo stesso sistema che lo sta tamponando proprio con l’infrazione di quelle regole da esso create: medici senza titolo che già, e da tempo immemore, svolgono le funzioni degli specialisti e dei MMG, e che al momento sostengono, e vorrebbero continuare a farlo, il SSN.
Ci chiediamo: com’è possibile che per il sistema che ci utilizza in modo illegittimo in questo momento e per cui le nostre competenze oramai più che acquisite sono valide nella presunta illegittimità del nostro lavoro, nel momento in cui si chiede di poter essere formati per rimanere all’interno dello stesso, che comunque a speso tempo e denaro per formarci sul campo, faccia finta di non sentire? Qui più che di guerra tra medici, mi sembra che il sentore sia di parzialità sindacale. Il dott. Anelli fa parte di quel sindacato che sta combattendo con ogni mezzo la possibilità di permettere, anche ai propri iscritti, di avere un futuro stabile e professionalmente appagante, per non parlare della tranquillità nell’affrontare la terza età lavorativa o la non meno importante vita famigliare. In più lo stesso sindacato ora sta proponendo le stese cose che ha voluto stralciare dal decreto semplificazioni sperando nella scarsa e corta memoria delle persone.
Molti di quelli che il dott. Anelli definisce giovani medici, lavorano da oltre quindici anni nel SSN con contratti atipici e assunti senza titolo e che giovani non lo sono più. Anzi hanno più esperienza dei neo specializzati con i quali lavorano e con i quali hanno un rapporto professionale più che paritario. La collaborazione nelle strutture in cui si presta servizio è indubbia, la guerra si sta combattendo su un campo che esula dal fornire cure appropriate ai pazienti. Inaccettabile appunto è la superficialità e la facilità con cui il dott. Anelli parli di “livellare verso il basso la qualità del sistema di cure”, e, dicendo questo, non fa altro che ribadire il paradosso per cui, il sistema che assume direttamente e che è già supportato dai professionisti non formati, che ne abbasserebbero il livello delle cure, non ne riconosce le qualità professionali.
Qui anche il Machiavelli avrebbe avuto difficoltà di comprensione… Forse la persona che rappresenta tutti gli Ordini dei Medici, i quali a loro volta devono supportare la professionalità dei medici stessi e anche garantirla, e che avrebbe dovuto vigilare e non permettere che queste cose accadessero, dovrebbe evitare questa parzialità e pensare invece a quale sia veramente il ruolo che ricopre e le responsabilità che ne derivano.
Dott. Alessandro Berti
Presidente SNAMI Forlì-Cesena
04 marzo 2019
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