Emilia Romagna. Sindacati contro le scelte della Giunta in sanità. Venturi rassicura
Anaao Assomed, Anpo-Ascoti-Fials Medici, Cisl Medici, Cgil Medici, Cimo, Fassid, Fials, Fimmg, Sgb, Snami, Sumai lanciano l’allarme per “la fine del Servizio Sanitario pubblico, universalistico e solidaristico”. L’assessore rassicura: “Investiamo per una sanità più efficiente e vicina ai bisogni dei cittadini”. Annunciata la convocazione dei sindacati.
01 SET - Arriva dai sindacati Anaao Assomed, Anpo-Ascoti-Fials Medici, Cisl Medici, Cgil Medici, Cimo, Fassid, Fials, Fimmg, Sgb, Snami, Sumai dell'Emilia Romagna un
documento di “dissenso” sulle scelte di politica sanitaria in Emilia-Romagna, che stanno portando alla “fine del Servizio Sanitario pubblico, universalistico e solidaristico, ed il ritorno alla salute variabile per censo e possibilita' economiche”.
I sindacati spiegano in una nota congiunta che in Emilia Romagna si è in presenza di “un panorama dominato da sempre più diffusa inadempienza di parte pubblica a impegni liberamente sottoscritti; assenza di corrette e proficue relazioni sindacali, oggi trasformate in comunicazioni unilaterali; mancato rispetto di norme e contratti e il proliferare di reclutamento di personale con contratti di lavoro atipico e addirittura attraverso cooperative; scarse risorse economiche aggiunte e molte sottratte rispetto a quelle stanziate nei contratti; condizioni lavorative esasperate in molti delicati settori dell'assistenza e della clinica, tanto ospedalieri quanto territoriali; reale valorizzazione del
territorio nel contesto del riordino ospedaliero".
Per questo i sindacati “fermamente ed unitariamente solidali nel sostenere e sviluppare il Sistema Sanitario Pubblico, si impegnano insieme al massimo sforzo per il raggiungimento di questo obiettivo; si impegnano sia ad una campagna comune di informazione corretta e continua nei confronti dei cittadini assistiti e dei media, sia nello sforzo di ristabilire la correttezza e legalità del confronto sindacale con l'Assessorato e le Aziende Sanitarie e si impegnano per ottenere ciò, al ricorso condiviso, nel rispetto delle specifiche competenze, a tutti gli strumenti sindacali e comunque di legittima tutela”.
Immediata la risposta della Regione, che annuncia anche un incontro con gli stessi sindacati. “Stiamo investendo risorse per una sanità regionale ancor più efficiente e vicina ai bisogni dei cittadini, con più personale e strumentazioni diagnostiche e di cura all’avanguardia, un sistema sanitario regionale il cui carattere universalistico è fuori discussione. E lo stiamo facendo confrontandoci con tutte le parti in causa - medici, infermieri, operatori, ricercatori - coinvolgendo i territori. Insieme al presidente Bonaccini incontreremo nei prossimi giorni i sindacati dei medici per discutere dei problemi che sollevano, in particolare il tema del rinnovo del contratto di lavoro, cui Bonaccini guarda anche in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni”, afferma nella nota l’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Sergio Venturi.
“In Giunta regionale – prosegue Venturi - lo scorso marzo abbiamo dato il via libera a un programma di investimenti straordinari che supera gli 87 milioni di euro destinati ad ammodernare e ristrutturare gli ospedali, realizzare nuove Case della Salute, acquistare apparecchiature diagnostiche, adeguare le strutture alle norme sulla sicurezza, arricchire la rete ospedaliera e a dare ai cittadini strutture e servizi sempre migliori. Servizi di base e strutture di eccellenza come il Mire (il padiglione dedicato a maternità e infanzia dell’Ospedale di Reggio Emilia), il Polo materno-infantile del Sant’Orsola di Bologna, e interventi come la ristrutturazione dei blocchi operatori negli ospedali della Romagna (Ravenna, Forlì, Cesena, Rimini). 87 milioni che si aggiungono al pacchetto di 65 milioni di finanziamenti approvato in novembre 2015”.
Inoltre, “stiamo vincendo una delle sfide più importanti della legislatura, cioè la riduzione delle liste d’attesa, con oltre il 95% delle visite e degli esami strumentali garantito nei tempi previsti, rispettivamente 30 e 60 giorni (era il 58% a gennaio 2015). Per raggiungere questo risultato- sottolinea l’assessore- la Regione ha stanziato 10 milioni di euro e assunto 150 nuovi giovani professionisti tra medici, infermieri e tecnici sanitari, riorganizzando le ‘macchine’ delle Aziende sanitarie con la possibilità di fare visite anche la domenica e nelle ore serali della settimana. E siccome fare un esame è un diritto, disdire è un dovere, proprio per non mettere a repentaglio il diritto alla prestazione, e per questo abbiamo deciso che chi non si presenta a visite o esami senza aver disdetto la prenotazione deve pagare lo stesso il ticket previsto per le fasce di reddito più basse. Un Piano, quello della Regione contro le liste d’attesa, inviato al presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, che ce lo ha richiesto. Ancora: stiamo rafforzando l’assistenza sul territorio aprendo nuove Case della Salute: in Emilia-Romagna il numero di quelle attive è salito a 81 e in programma c’è la realizzazione di ulteriori 42 strutture”.
“Il sistema sanitario regionale dell’Emilia-Romagna – conclude Venturi - rappresenta un’eccellenza grazie soprattutto all’impegno e alla preparazione di chi vi lavora dai medici agli infermieri, con le cui rappresentanze sindacali continuerà il confronto, così come è sempre stato finora, con l’obiettivo di rafforzare il sistema sanitario regionale, a beneficio di utenti e operatori sanitari”.
01 settembre 2016
© Riproduzione riservata
Altri articoli in QS Emilia Romagna