Emilia Romagna. Bignami (Fi): “Piano chiusure estive di reparti non sia preludio di chiusure definitive”
Il consigliere ha presentato un'interrogazione alla Giunta. “Solamente a Bologna, nel mese di agosto, saranno più di 800 i posti letto sospesi”, denuncia Bignami, secondo il quale la lunga durata del piano - fino al 30 settembre - comporterà “inevitabili ripercussioni su tutto il sistema sanitario anche nei restanti periodi dell’anno”.
18 LUG - “Gli accorpamenti e le chiusure estive di molti reparti ospedalieri non devono essere, come temuto da molti operatori del settore, il preludio a chiusure definitive nell’ambito della riorganizzazione programmata della rete ospedaliera”. Lo scrive il consigliere dell’Emilia Romagna
Galeazzo Bignami (Fi) in un'interrogazione rivolta alla Giunta.
Il consigliere, nel rilevare che “il piano delle chiusure estive riguarda un lasso di tempo molto lungo, dal 1° giugno al 30 settembre, e ciò comporterà inevitabili ripercussioni su tutto il sistema sanitario anche nei restanti periodi dell’anno, chiede di sapere se questa riduzione di posti letto e servizi erogati “non mini seriamente il diritto alla salute dei cittadini”.
A questo proposito, l’interrogante chiede di intervenire affinché, in futuro, il piano delle chiusure estive dell’Emilia-Romagna venga concepito ed elaborato nell’ottica di “minimizzare il più possibile l'impatto negativo che inevitabilmente la riduzione di servizi essenziali ha sulla cittadinanza”. E chiede di sapere che “gli accorpamenti e le chiusure estive di molti reparti ospedalieri non siano in realtà, come temuto da molti operatori del settore, il preludio a chiusure definitive nell'ambito della riorganizzazione programmata della rete ospedaliera”.
Bignami, infine, domanda se “non ritenga contraddittorio” quanto dichiarato dal Presidente Bonaccini nella presentazione del programma d’investimenti straordinari per l’Emilia-Romagna, nel quale si prevedono “investimenti per 87 milioni di euro nella Sanità, rispetto ai continui e considerevoli tagli effettuati soprattutto ai danni dei comuni montani”.
18 luglio 2016
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