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Emilia Romagna. Anaao Assomed: “Regione sovrastima problema liste d’attesa. Libera professione dei medici non c’entra nulla”

In vista della presentazione del piano regionale sull’abbattimento delle liste d’attesa il sindacato replica al presidente Bonaccini e all’assessore Venturi invitandoli invece a rispettare i patti e ad applicare le delibere per stabilizzare medici e sanitari precari. “Non usateci ancora una volta come capri espiatori”

20 LUG - “Le liste d’attesa sono un argomento decisamente sovrastimato, visto che circa il 25% delle prestazioni richieste non sono evase in quanto gli interessati non si presentano e almeno altrettante sono da considerarsi, letteratura alla mano, perfettamente inutili o ridondanti. Ma noi non dimentichiamo che questo è stato uno dei temi caldi della campagna elettorale dei nostri, che a distanza di mesi, troppi, stanno ancora arrancando nel tentativo di risolvere l’irrisolvibile”.
 
È questa la posizione espressa in una nota dalla Segreteria e dal Consiglio Regionale dell’Anaao Assomed Regione Emilia Romagna che punta il dito verso l’annunciato il piano sanitario di abbattimento delle liste d’attesa che dovrebbe essere presentato oggi, ma sui cui contenuti non c’è stata da parte del Presidente Stefano Bonaccini e dell’Assessore alle politiche sanitarie Sergio Venturi alcun confronto con il sindacato. Non solo, sostiene l’Anaao “si attacca la dirigenza medica e sanitaria, colpevole a loro dire, niente meno che di usare la libera professione per aumentare le liste d’attesa o meglio, di mantenere in vita le liste d’attesa stesse per arricchirsi attraverso la libera professione”.
Un’accusa che il sindacato rispedisce al mittente specificando i punti salienti della questione.
 
“In questi lunghi e pesanti anni di crisi – si legge nella nota dell’Anaao – la regione ha rinunciato ad assumere il 75% dei cessati, ovvero 1 è rimasto a fare il lavoro di 4. Non essendo diminuita la popolazione residente e tanto meno i bisogni di salute, possiamo ipotizzare che ci sia stata qualche difficoltà ad evadere lo stesso numero di prestazioni. In realtà, dati alla mano, le prestazioni richieste dalle aziende spesso sono aumentate. Ogni anno in questa regione i “cattivi” dirigenti medici e sanitari producono circa 1milione di ore di straordinario, ovviamente non retribuite, spesso in spregio alle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro che impongono un tetto massimo di 250 ore per anno a persona.  Che strani “ladroni” siamo, continuiamo a lavorare oltre il dovuto, per mantenere vivo il Ssr, sapendo che a nessuno è mai passata per la testa l’idea di remunerarci, sia per il passato che per il futuro”.
 
Il sindacato pone quindi degli interrogativi: “Hanno mai segnalato come da legge all’ispettorato del lavoro la violazione perpetrata? Lo sapete che l’Europa le infrazioni le commina e poi non le pagano i Presidenti e gli Assessori, ma tutti i cittadini con aggravi fiscali?”.
 
Le liste di attesa esistono in tutto il mondo avanzato da sempre, ma qui, in Emilia Romagna, aggiunge il sindacato rincarando la dose: “Abbiamo avuto la più brillante delle idee: se estendiamo il numero di ore e giorni in cui farsi visitare ci sarà una riduzione dei tempi di attesa”. Questa l’idea dei nostri. Pensata veramente originale. Arrivano addirittura a dire: “Certo occorrerà pagare di più alcuni professionisti, se questo prevedono i contratti”.
 
E infine l’Anaao bacchetta la regione sull’idea di bloccare la libera professione fino all’abbattimento delle liste d’attesa “Perché è chiaro: se uno nel suo tempo libero fa quello che vuole, come posso costringerlo a lavorare per me?”. “Immaginiamo – ha quindi aggiunto l’Anaao – che l’Assessore si riferisca alla Delibera di Giunta 200 del 2008, che in effetti prevede questa possibilità in caso di mancato rispetto dei volumi concordati di attività, ma qui di cosa parliamo? Un dirigente medico o sanitario che lavora per 4, raggiunge gli obiettivi, non lo paghi per lo straordinario. Serve continuare? I dati dicono che i volumi medi di attività libero professionale in rapporto alla attività istituzionale, in questa regione, sono ben al di sotto di quanto accordato contrattualmente e per i singoli fuori range, nel caso ve ne fossero, invitiamo caldamente ad intervenire.
 
“I cattivi dirigenti che nel loro tempo libero svolgono attività libero professionale intramoenia, versano nelle casse delle aziende fior di quattrini, che coprono ampiamente le spese e lasciano ingenti quote di danaro che sono legittimamente intascati da altre figure professionali indicate come ‘di supporto’ – prosegue la nota – ma il cui legame supportivo è spesso da intendersi in senso molto lato e figurato. Inoltre, dalla cd legge Balduzzi in poi, un 5% ulteriore dei proventi della libera professione va alle Aziende con lo scopo di ridurre le liste d’attesa. Il problema è che le Aziende questi soldi non riescono a spenderli, soprattutto perché il solito superstite 1 su 4, non ne vuole sapere, fatto il suo orario di lavoro, fatto lo straordinario non pagato, di rimettersi a fornire ulteriori prestazioni”.
 
“Volete abbattere le liste di attesa, almeno in parte? Rispettate i patti, applicate le delibere come quella in cui in era pre-elettorale avete sottoscritto di stabilizzare medici e sanitari precari; questi ultimi sono un corpo numeroso di professionisti, che lavorano sodo e mal pagati, spesso demotivati, in quanto le loro aspettative future vengono ripetutamente calpestate. Non siamo carne da cannone rispettate i vostri professionisti. Se invece volete, come sembra di aver capito chiaramente, mano libera per acquistare prestazioni dai privati, accomodatevi. Ma non metteteci di mezzo e non usateci ancora una volta come capri espiatori. Tutti noi che lavoriamo in questa sanità lo facciamo ancora con passione e impegno sociale, perché ci crediamo. Se avete voglia di ascoltarci, noi ci siamo!”.
 

20 luglio 2015
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