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Emilia Romagna. Cgil, Cisl e Uil su assetto organizzativo Ausl Romagna: “Scelte mirate ai cittadini, non ad autoreferenzialità di medici e dirigenti”

Iniziato a metà di maggio, il confronto sull’atto organizzativo si è concluso il 3 luglio scorso. Durante il dibattito, Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto e ottenuto che lo stesso atto sia affiancato da un piano strategico condiviso. "Il nuovo modello organizzativo ed il piano strategico devono iniziare a dare maggiori risposte ai cittadini e ai professionisti che da anni lavorano a questo grande progetto"

05 LUG - "Se le scelte future verranno orientate ai veri bisogni delle collettività locali e non all’autoreferenzialità di qualche primario o dirigente, le potenzialità dell’Ausl della Romagna saranno ben superiori a quelle delle singole precedenti quattro aziende". Parole tratte da un documento diramato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil di Ravenna, Cesena, Forlì e Rimini, al termine del confronto sull’atto organizzativo con la Direzione Generale della neonata Ausl della Romagna.

Nel maggio scorso la Conferenza Territoriale Socio Sanitaria della Romagna ha portato all’adozione dell’Atto Aziendale e del nuovo assetto organizzativo, che per le organizzazioni sindacali rappresentano "documenti di straordinaria rilevanza, essendo i cardini sui quali sviluppare i servizi sanitari Ospedalieri e Territoriali. Il nuovo assetto determinerà, con la necessaria gradualità, un nuovo modello organizzativo, sostanzialmente orientato all’equità di accesso alle prestazioni per tutti i romagnoli, alla valorizzazione dei professionisti, all’integrazione delle attività di alta specialità e all’introduzione di prestazioni oggi non presenti in Romagna, rispettando l’obiettivo della progressiva autosufficienza, al fine di completare l’offerta dei servizi sanitari nei territori di Ravenna, Rimini, Forlì e Cesena".

Iniziato a metà di maggio, il confronto sull’atto organizzativo si è concluso il 3 luglio scorso. Durante il dibattito, Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto e ottenuto che lo stesso atto organizzativo sia affiancato da un piano strategico condiviso, "che deve rappresentare lo strumento per valorizzare le vocazioni distintive dei vari presidi ed implementare nuove funzioni, conseguendo la prospettiva di crescita. Nel Piano Strategico, sulla base della numerosità e della complessità della casistica, nonché di un'equa distribuzione territoriale, si identificheranno sia le discipline specialistiche per le attività di livello ospedaliero e territoriale, sia le altissime specialità".

"Il nuovo modello organizzativo ed il piano strategico, sostenuti dalle doverose risorse economiche che la Regione dovrà necessariamente prevedere, devono concretamente iniziare a dare maggiori risposte ai cittadini e alle migliaia di professionisti che da anni lavorano a questo grande progetto d’integrazione della sanità romagnola", proseguono i tre sindacati. "Quando i cittadini avranno le prestazioni di base quanto più vicino alla loro residenza, e in tempi celeri, quando tutti potranno contare sulla migliore e più avanzata tecnica professionale, quando non dovranno ricercare prestazioni fuori dei confini della Romagna, allora, in quel momento, si potrà parlare di assetto consolidato".
 
Tiziano Zaccaria

05 luglio 2015
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