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Fine vita. In Emilia-Romagna si infiamma il dibattito, il M5S spinge per una legge presto

Dopo la delibera di Giunta per dare applicazione in tempi certi alla sentenza della Consulta nel 2019 e garantire l’accesso al suicidio assistito, Silvia Piccinini chiede che si proceda velocemente al voto della pdl già depositata in Assemblea, polemizzando con il Pd e la posizione “ambigua della maggioranza”, che affosserebbe la legge. Donini: “L’Assemblea è sovrana, la Giunta non ha fatto altra che dare atto della sentenza della Consulta, non potevamo rimanere fermi”.

13 FEB - Si infiamma il dibattito politico sul Fine Vita in Emilia-Romagna, dopo la decisione della Giunta di approvare una delibera per dare attuazione certa a quando previsto dalla Consulta nel 2019. Una discussione che oggi ha visto protagonista anche l’Aula dell’Assemblea legislativa, dove l’assessore alla Salute, Raffaele Donini, è stato chiamato in causa da una interrogazione della consigliera del M5S, Silvia Piccinini, che chiedeva di approvare una legge ad hoc sul fine vita attivando la procedura prevista dall’articolo 33 del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa, attivando, attraverso il presidente della Giunta, Stefano Bonaccini, la procedura d'urgenza in relazione al progetto di legge d’iniziativa popolare promossa dall’associazione Luca Coscioni su “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza della Corte costituzionale”.

“Occorre fare chiarezza - ha detto Silvia Piccinini - verso i sottoscrittori del progetto di legge di iniziativa popolare. Probabilmente non sono sufficienti per far sì che il pdl venga approvato e il fatto che la maggioranza sia divisa su questo tema è chiaro. Il punto è politico e per evitare spaccature nel Pd suggerisco un’altra strada: l’intervento del presidente Bonaccini che si potrebbe avvalere dell’articolo 33 del regolamento interno che dà possibilità di indicare una data precisa in cui discuterei il progetto di legge. Non può che destare perplessità intervenire tramite deliberazione, che può essere cancellata”.

Per Piccinini “la scelta di colmare il vuoto normativo venutosi a creare in materia è certamente positivo, eppure non può che destare perplessità la scelta di intervenire tramite deliberazione, potenzialmente modificabile con estrema facilità dal successivo esecutivo regionale. Si rende, pertanto, necessaria in ogni caso l’approvazione di una legge ad hoc, che scongiuri l’inaccettabile rischio che il diritto ad una morte dignitosa finisca in balia di eventuali cambi di maggioranza. È necessario garantire la stabile e duratura tutela di un diritto entro la fine della legislatura ormai in scadenza”.

L’assessore alla Sanità, Raffaele Donini, è intervenuto per chiarire che “l’Assemblea è sovrana e il percorso scelto non è in antitesi con altri”, tuttavia in Regione “non potevamo rimanere fermi. Ricordo che tutte le Regioni hanno ricevuto dal ministero della Salute una nota in attesa di una compiuta decisione del Parlamento sul fine vita”, ha spiegato Donini. “Nel frattempo le strutture del servizio sanitario sono chiamate a dare attuazione alla sentenza della Consulta, col coinvolgimento del Comitato etico. L’Emilia-Romagna non ha fatto altra che dare atto della sentenza della Corte costituzionale”.

Per Silvia Piccinini, tuttavia, si demanda la responsabilità all’Assemblea sapendo che “c’è volontà di non votare nulla. Sono stata l’unica capogruppo a mettere in discussione questa modalità di agire. Evidentemente la speranza è che la legislatura finisca senza voto in Aula. Vogliamo capire se volete o no approvare questa legge. Il presidente Bonaccini avrebbe dovuto chiarire alcuni aspetti per dirimere la questione, essendosi detto favorevole alla legge”, ha concluso Piccinini, ribadendo che “se la maggioranza vuole uscire dall'ambiguità dica che entro sei mesi questo progetto di legge verrà votato” (sulla stessa pdl in Veneto, a gennaio, non è stata raggiunta la maggioranza e anche il Pd si è spaccato, con l’astensione al voto della consigliera Dem Anna Maria Bigon).

Da parte sua, Marcella Zappaterra del Pd ha riferito che la questione è stata discussa anche in capigruppo, “ma voglio essere chiara: se anche volessimo non potremmo votare perché non sono stati nominati i relatori e serve passare in commissione. Il Regolamento e lo Statuto vanno rispettati e non è compito della sola maggioranza farli rispettare. Nessuno ha paura di votare ed è ingiusto invocare l'articolo 33 chiedendo l'intervento del Presidente Bonaccini, almeno che non si pensi che è il Presidente della Giunta che ci dice cosa votare”, replica Zappaterra a Piccinini.

La presidente dell'Assemblea Legislativa, Emma Petitti, ha fatto sapere che sarà la commissione Politiche per la Salute a continuare ad occuparsi della proposta di legge di iniziativa popolare, sottolineando come l’assegnazione alla commissione sia in coerenza con quanto previsto da Statuto e Regolamento dell’Assemblea legislativa.

Un esito che ha lasciato insoddisfatta la consigliera del M5S, che ha annunciato l’intenzione di presentare un nuovo testo per dimezzare i tempi del voto in Aula. “Visto che Bonaccini e la sua maggioranza stanno facendo di tutto per insabbiare la legge popolare sul suicidio medicalmente assistito – dichiara in una nota Piccinini -, ho deciso di presentare un nuovo progetto di legge che ricalca in tutto e per tutto quello che ha raccolto più di 7200 firme, con l’obiettivo di dimezzarne i tempi di discussione e di approvazione: sei mesi invece di un anno. Si tratta dell’unico modo per avere la certezza che la legge vada in discussione prima delle fine di questa legislatura. Dispiace che una decisione del genere arrivi al termine di una serie di votazioni in Assemblea Legislativa dove la maggioranza a guida PD ha respinto tutte le nostre proposte per aprire subito e senza ulteriori rinvii una discussione assolutamente legittima. Evidentemente c’è la chiara volontà, da parte di chi governa l’Emilia-Romagna, di affossare questa legge”, ribadisce nella nota.

Per Piccinini “lo spettacolo che è andato in scena oggi in aula è stato semplicemente indecoroso, con la maggioranza che aveva come unico obiettivo quello di fare muro davanti a qualsiasi tentativo di poter discutere in tempi brevi e certi una legge che ha ricevuto il consenso di oltre 7200 firme di cittadini – spiega Silvia Piccinini – Il tutto per cercare di coprire le evidenti spaccature che esistono, e che continueranno ad esistere anche nei prossimi mesi, all’interno del Partito democratico e nelle altre forze che compongono la maggioranza. Ancora una volta in Emilia-Romagna si vuole far prevalere l'interesse di partito sui diritti dei cittadini”.

“Il risultato, come ho spiegato oggi in aula, sarà quello che la delibera e le linee guida varate dalla Regione finiranno in balìa del vento politico e che potranno essere cancellate in trenta secondi con un tratto di penna, come ha giustamente sottolineato anche Marco Cappato. Ecco perché – dice Piccinini - con la presentazione del nostro progetto di legge cercheremo almeno di accelerare i tempi di discussione, evitando che il piano della maggioranza per affossare la legge vada in porto. Il Pd non può pretendere di rinviare all’infinito il dibattito sul fine vita” conclude la capogruppo regionale M5S”.

13 febbraio 2024
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