Si stima siano oltre 1,5 milioni gli adulti con un’infiammazione più o meno grave delle gengive in Emilia Romagna, ma poco più di 250mila hanno ricevuto la diagnosi e appena 45mila sono sottoposti a terapia parodontale: sono così in aumento i casi di parodontite grave, che riguarda oltre 150mila emiliano-romagnoli e può portare alla perdita dei denti.
Per invertire la rotta parte dall’Emilia Romagna il progetto della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP), in collaborazione con la Commissione Albo Odontoiatri Nazionale (Cao-Fnomceo) ‘Gengive sane per salvare il sorriso’, per favorire l’applicazione delle Linee Guida Nazionali per la gestione della parodontite di stadio meno grave.
Bologna è la prima tappa di una serie di incontri che toccheranno oltre 35 città in tutta Italia nell’arco del prossimo anno. L’obiettivo è guidare il professionista nel trattamento della parodontite fin dagli stadi iniziali, alla luce delle evidenze scientifiche più recenti, affinché l’infiammazione gengivale, che può essere trattata con successo, non comporti conseguenze come la parodontite grave, fino alla perdita dei denti. Il progetto sarà anche l’occasione per diffondere maggiore consapevolezza nella popolazione sull’importanza della prevenzione, della diagnosi e del trattamento della malattia parodontale.
“Oggi nella sola Emilia Romagna, a fronte di oltre 1,5 milioni di adulti con gengive infiammate, solo il 17% dichiara di aver ricevuto una diagnosi e appena il 3% dichiara di essersi sottoposto a terapia parodontale – osserva Nicola Marco Sforza, presidente SIdP, tra i maggiori esperti che ha svolto incarichi di ricerca clinica e didattica all’Università di Bologna – In questo modo il rischio che le gengive infiammate si aggravino fino alla parodontite grave è concreto: si stima che siano oltre 150mila gli emiliano-romagnoli con parodontite grave, causa principale della perdita dei denti, oltre che di un terzo delle protesi fisse e del 40% delle protesi mobili. Solo un paziente su 4 conosce le vere conseguenze della parodontite grave, che può essere scongiurata intercettando precocemente l’infiammazione gengivale e trattandola per lo più in maniera non chirurgica, come indicato dalle Linee Guida. Se una parodontite negli stati più iniziali – sottolinea Sforza - viene trattata in maniera corretta si riduce molto la probabilità di perdere uno o più denti nell’arco di dieci anni, se invece l’odontoiatra non interviene al meglio, il rischio di perdere denti in dieci anni quintuplica. Per questo è importante diffondere il più possibile le Linee Guida a tutti i dentisti e igienisti italiani, peraltro mediamente molto preparati, in modo da facilitare l’uso di adeguati strumenti preventivi e terapeutici, a secondo della gravità della malattia, in base alle più recenti evidenze scientifiche”.
Con l’applicazione delle Linee Guida sarà possibile fare un passo in avanti concreto per contrastare la diffusione della parodontite e anche per questo il progetto è sostenuto dalla Commissione Albo Odontoiatri Nazionale, come sottolinea il presidente Raffaele Iandolo: “Siamo orgogliosi di partecipare a questo progetto che è un’iniziativa seria, concreta e costruttiva a tutela della salute dei cittadini e per ulteriore crescita della categoria professionale. Con un corretto approccio terapeutico sarà possibile ridurre le conseguenze sanitarie e anche economiche della parodontite, che tuttora comporta costi elevati per le cure che si rendono necessarie negli stadi più gravi, e per la riduzione della qualità di vita connessa alla perdita dei denti”