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Dal 20 al 22 settembre a Forlì il Congresso sul Comprehensive Cancer Care and Research Network della Romagna

Tre giorni con rappresentanti delle Istituzioni ed esperti dei più importanti centri onco-ematologici italiani, dell’AUSL Romagna e dell’IRST “Dino Amadori”, per discutere di organizzazione della rete oncologica, ricerca, cura, relazione con i pazienti e il mondo del volontariato. IL PROGRAMMA

05 SET - La strategia che Irst “Dino Amadori” Irccs e Ausl della Romagna hanno messo in campo per combattere i tumori, racchiusa in tre parole chiave: rete, ricerca e relazione. Le stesse parole che faranno da filo conduttore del Congresso “Comprehensive Cancer Care and Research Network - CCCRN: the Irst – Ausl Romagna strategy to fight the cancer” in programma dal 20 al 22 settembre all’Auditorium San Giacomo di Forlì con il patrocinio dell’Istituto Oncologico Romagnolo - IOR. 

Un evento promosso per confermare i progressi raggiunti e le prospettive da traguardare dell’ultimo grande progetto del prof. Dino Amadori: “Creare un network territoriale che, esaltando le potenzialità delle strutture dell’Irst Irccs e dell’Ausl Romagna, sia capace di farsi carico della prevenzione primaria delle patologie oncologiche, dell’intero percorso del malato onco-ematologico, dalla diagnosi precoce alla cura della malattia, nonché alla gestione della fase critica avanzata e ambire al riconoscimento europeo di istituzione di ricerca”, spiegano gli organizzato del congresso in una nota.

Il programma, giocato sui termini che formano l’acronimo CCCRN, si aprirà martedì 20 settembre con una giornata interamente dedicata al valore del “fare rete”. Alla presenza del presidente della Regione Emilia-Romagna, di alti dirigenti del Ministero della Salute, di esponenti dell’Organization of European Cancer Institutes (OECI), di ricercatori e clinici di Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) e del Rettore dell’Università di Bologna, sarà trattato il tema dell’organizzazione della rete oncologica nel contesto europeo, nazionale e regionale. 

A conclusione della prima giornata si terrà la consegna del Premio “Dino Amadori” 2022 destinato ad alcuni tra i più promettenti giovani oncologi italiani.

Prettamente rivolta agli ambiti di cura e della ricerca traslazionale, la seconda giornata sarà suddivisa in nove topic, dedicati a singole patologie oncologiche quali tumori al polmone, tumori ematologici, tumori ossei, tumori rari, tumori della mammella, tumori dell’apparato uro-ginecologico e gastroenterico, nonché agli approcci diagnostici e terapeutici della medicina radiometabolica, della radioterapia e delle cure palliative. Obiettivo di ogni topic, che vedrà la partecipazione di relatori del contesto nazionale, è quello di fare il punto sui nuovi approcci terapeutici e sui traguardi raggiunti dalla diagnostica avanzata. 

La giornata terminerà con uno spettacolo pubblico (ingresso dalle ore 20:30, sempre all’Auditorium), anticipato da un dialogo-confronto sulla medicina di genere in oncologia, dal titolo “Il settimo giorno lui si riposò, io no” di e con Enrica Tesio e Andrea Mirò. Quest’ultimo è inserito nel programma della Settimana del Buon Vivere, di cui IRST IRCCS è partner fondatore.

La terza ed ultima giornata del Congresso, giovedì 22, ruoterà intorno al valore della relazione, alla necessità di proporre un “nuovo umanesimo” in grado di abbattere l’indifferenza, alimentare la cultura della solidarietà e di mettere al centro i più fragili, temi portanti dell’impegno sociale e professionale profuso dal prof. Dino Amadori. Due gli argomenti della mattinata, l’Africa e il panorama del volontariato nazionale italiano. Insieme alle esperienze promosse dal prof. Dino Amadori nell’area sub-sahariana – da anni portate avanti attraverso il gemellaggio con il Bugando Medical Centre di Mwanza (Tanzania) – sarà possibile conoscere e appezzare quanto svolto dall’Akbaraly Fondation a favore delle donne affette da patologie oncologiche di quella regione. Preceduto da una lettura magistrale sul valore del volontariato tenuta dal prof. Stefano Zamagni, docente di Economia civile all’Università di Bologna ed autorevole riferimento per le tematiche legate al terzo settore, si terrà un ricco confronto tra alcune delle Onlus più importanti a livello nazionale, Dynamo Camp, Lega del Filo d’Oro e Istituto Oncologico Romagnolo (IOR), che testimonieranno come l’ascolto, la cura e il sostegno emotivo possano realmente rimettere in movimento speranze, far emergere risorse inaspettate e aiutare il corso di tante storie difficili.

“Il sogno di Dino Amadori sta diventando gradualmente realtà, il cammino è ancora lungo, ma il solco è tracciato. In primo luogo, l’Istituto di Meldola si va innervando nel territorio, passando da centro a Rete, e dimostrando, in un periodo in cui si è necessariamente rafforzata l’attenzione per una sanità non ospedalocentrica, che è possibile tenere insieme ospedali e territorio, in sintonia con l’importante esperienza dell’Ausl romagnola. In secondo luogo, l’integrazione tra assistenza e ricerca permette non soltanto di offrire, in ogni punto della Romagna collegato alla Rete, quanto di meglio l’attuale ricerca oncologica mette a disposizione, ma altresì di esportare metodiche e innovazione, e dunque di porre il nostro territorio come riferimento nazionale e internazionale” ha dichiarato il presidente dell’Irst, prof. Renato Balduzzi.

“Non si può in tre giornate raccogliere l’immensa eredità morale e scientifica di Dino Amadori, ma si possono progettare insieme le ulteriori basi della crescita dell’IRST e della cooperazione internazionale e nazionale per sconfiggere il cancro. Alleviare il dolore di molte famiglie, restituire “guariti” alla società civile chi si ammala di tumore, è ora una sfida possibile, seppur difficile. Insieme lo possiamo fare solo ponendo la ricerca, l’organizzazione assistenziale, gli sforzi della società civile tutti nella stessa direzione e missione: basta tumori!” ha commentato il Direttore Scientifico Irst, prof. Giovanni Martinelli.

05 settembre 2022
© Riproduzione riservata

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