Fno Tsrm-Pstrp. Si conclude il 2° Congresso Nazionale. L’appello di Calandra: “Basta morti sul lavoro, puntare sulla prevenzione primaria”
Un congresso che ha fatto il tutto esaurito con la partecipazione di 1500 professioniste e professionisti sanitari, la massima consentita dalle attuali normative sul distanziamento fisico. Nel corso dell’ultima giornata presentato il nuovo logo della Federazione che rappresenta tutte le professioni. Calandra: “La nostra Federazione guarda al futuro con ottimismo e con grande senso di realtà. Noi ci siamo e siamo pronti a dare il nostro contributo per una nuova sanità”.
22 NOV - Si sono chiusi ieri i lavori del 2° Congresso nazionale della Federazione TSRM e PSTRP. Tra i momenti più significativi, la sessione “Facciamo memoria” dedicata alle professioniste e ai professionisti del mondo della sanità che hanno fronteggiato la pandemia, a chi di loro che si è ammalato e che ha perso la vita; un’occasione per ascoltare le testimonianze più significative di questo periodo da parte di chi è stato ed è ancora in prima linea nei reparti e sul territorio.
Toccanti i racconti di
Guido Muzzi e
Luigi Peroni, Presidenti degli Ordini TSRM e PSTRP di Bergamo e Brescia, due tra le città più colpite dalla prima ondata Covid-19, che hanno ripercorso i difficili mesi della prima ondata e ricordato i colleghi che non ce l’hanno fatta.
“Abbiamo dovuto accettare la nostra vulnerabilità e l’impossibilità di controllare quello che stava succedendo. Condividere la nostra fragilità ci ha aiutato a lavorare meglio. La sensazione era spesso di inadeguatezza”, ha affermato Muzzi.
“A Brescia ad oggi ci sono stati 4500 morti per Covid-19, gran parte di questi decessi sono avvenuti nei primi mesi del 2020. Nel corso della prima ondata abbiamo svuotato la lavanderia e attrezzato 200 posti letto. Ora ci auguriamo che questa lavanderia non si riempia più”, ha detto Peroni.
“È fondamentale concentrare il nostro impegno sulla prevenzione primaria legata alle morti sul lavoro. Abbiamo celebrato coloro che sono morti a causa della pandemia ma al di là del Covid-19 ci sono ancora troppi i decessi per cause di lavoro in Italia e questo non è accettabile. Su questo dobbiamo realizzare un cambio culturale, non bisogna puntare più su politiche repressive, ma investire su modelli organizzativi, sociali e di lavoro in cui la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori, delle persone e dell’ambiente siano l’interesse primario” è l’appello lanciato dal palco del Congresso da
Teresa Calandra, Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Prevenzione e della Riabilitazione.
La sanità del futuro. “Si lavora tutti insieme e non si può pensare ad una sanità fondata su poche professioni. Si deve pensare a una sanità che garantisce tutte le professioni sanitarie che occorrono. Noi siamo la dimostrazione che si può lavorare bene insieme”. Calandra ha poi chiesto che tutte le professioniste ed i professionisti sanitari siano coinvolti nelle attività di ricerca: “Si deve puntare anche su di noi per la ricerca, perché abbiamo le competenze e abbiamo voglia di dare il nostro contributo”.
Prevenzione e territorio. “La contingenza del momento pandemico ha messo in evidenza l’importanza dell’integrazione tra le nostre diverse professioni e ha mostrato quanto siano fondamentali i modelli organizzativi per il territorio, come l’assistenza domiciliare, la telemedicina, la diagnostica sul territorio o la teleriabilitazione”, ha spiegato la Presidente FNO TSRM e PSTRP. “In questo momento storico - continua Calandra- è essenziale garantire la massima continuità ed efficienza delle prestazioni sanitarie e delle più moderne tecnologie, a partire dal digitale. È fondamentale, però, investire anche nella nostra formazione affinché a tutti sia concretamente consentito di usare con perizia tecnologie e soluzioni innovative”.
Prevenzione e comunicazione. Dallo screening uditivo neonatale alla cultura vaccinale, dalla gestione delle procedure di biocontenimento ai mezzi di contrasto nella diagnostica per immagini: tutte le 19 professioni sanitarie della Federazione apportano un contributo importante nelle attività di prevenzione e comunicazione che svolge il nostro Sistema sanitario. Di questo si è parlato nella sessione moderata da
Angelo Foresta,
Federico Rescigno e
Diego Catania.
“La prevenzione è qualcosa di trasversale a tutte le figure sanitarie. L’obiettivo delle professioni sanitarie in genere è quello di fare prevenzione, oltre alla cura e all’assistenza”, spiega Diego Catania, Vicepresidente della FNO TSRM e PSTRP e delegato alla Comunicazione.
“Si fa troppa poca prevenzione in Italia – continua Catania -. Il Sistema sanitario nazionale deve puntare di più sulla prevenzione, al pari della cura e dell’assistenza. La prevenzione è fondamentale per ridurre i rischi e l’uso improprio delle risorse disponibili. Noi professionisti sanitari giochiamo un ruolo essenziale, e non mi riferisco solo alle professioni dell’area della prevenzione come gli Assistenti sanitari e i Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro. Al pari delle altre, ognuna delle 19 professioni dell’Ordine svolge e svolgerà una funzione di prevenzione in grado di avere un impatto positivo sul Sistema salute”.
La riforma dell’assistenza territoriale. Cura, rete,
governance e territorio sono le parole chiave della sessione dedicata a “Le attività sanitarie nel territorio” e moderata da
Maria Ripesi,
Anna Giulia De Cagno e
Laura Caforio. Tra i temi affrontati, la relazione di cura, la presa in carico e le differenze tra le varie Regioni, il superamento del modello prestazionale e il ruolo del Distretto socio-sanitario, a partire dalle Case di comunità.
“Il tema del territorio è un tema già affrontato in passato ed è ritornato fortemente durante la pandemia – continua Diego Catania -. È un tema ben presente nelle menti dei decisori politici, ma non è stato mai attuato nella maniera corretta. Il territorio è sempre rimasto un po’ sguarnito. C’è stata una visione ospedalocentrica che ha chiaramente mostrato i suoi limiti”.
“La rete territoriale – conclude Catania - va potenziata con una serie di attività sanitarie che possono essere eseguite al domicilio degli assistiti come, ad esempio, l’igiene orale, il supporto dietetico o la radiologia domiciliare che potrebbe diventare un’attività standard per alcuni tipi di patologie. Un territorio efficiente significa liste di attesa meno lunghe e pronto soccorso meno intasati. Anche per questo non possiamo fallire l’occasione del PNRR”.
Nel corso dei lavori c’è stato spazio anche per una riflessione sulla
cura del curante, con focus sulla
sicurezza e il benessere delle operatrici e degli operatori sanitari, e sulle
buone pratiche, in cui si è parlato, tra le altre cose, di digitale, presa in carico integrata e di audit clinico.
Il bilancio del Congresso. “L’esperienza vissuta in questi giorni di confronto ed interscambio ci dimostra che abbiamo una grande opportunità, ma anche responsabilità nei confronti del Paese – ha aggiunto la presidente Calandra -. Noi ci siamo, siamo numerosi, sicuramente contribuiremo a dare un supporto affinché la sanità del futuro sia una sanità migliore”.
L’ultima giornata, infine, è stata arricchita anche da una sessione dedicata alla
presentazione dei migliori lavori scientifici, e-poster e tesi di laurea triennale e da una sessione sull’
informazione scientifica e le sue ricadute gestionali e legali, etiche e morali che coinvolgono i professionisti.
Nel corso dell’ultima giornata è stato presentato il nuovo logo della Federazione, frutto del lavoro che le Commissioni di albo nazionali hanno fatto negli ultimi mesi, valutando le quasi trecento proposte giunte in risposta al bando e, col supporto di un’esperta, selezionando le finaliste tra cui giovedì pomeriggio il Consiglio nazionale ha scelto il vincitore.
22 novembre 2021
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