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Pillola dei cinque giorni dopo. Per 4 italiane su 10 è un farmaco dimagrante. L'indagine Smic


E per altre 2 su 10 serve a prevenire i dolori mestruali. Ecco i risultati di un’indagine della Società Medica Italiana per la Contraccezione, che evidenziano la diffusa disinformazione su questo farmaco. I medici chiedono a istituzioni sanitarie e scuole più impegno per informare le donne sulla contraccezione e la maternità.

15 GIU - Più della metà delle donne italiane non ha idea di cosa sia la cosiddetta “pillola dei cinque giorni” dopo, il nuovo contraccettivo d’emergenza in commercio in Italia dal 2 aprile scorso. Per il 38,5% delle italiane, infatti, è addirittura “un farmaco per dimagrire quando hai mangiato troppo”. Mentre per un altro 18,6% è “un medicinale da assumere dopo le mestruazioni per prevenire i dolori il mese successivo”.
 
E così, solo il 42,9% delle donne, lo individua correttamente per quello che è, e cioè “un metodo d’emergenza più efficace per evitare una gravidanza indesiderata”.
 
Sono senz’altro questi i dati più sconcertanti del sondaggio on line realizzato da “Mettiche.it”, il portale promosso dalla Smic, la Società Medica Italiana per la Contraccezione, nelle ultime settimane che ha visto la partecipazione di oltre 2.000 donne dai 14 anni in su, distribuite equamente sull’intero territorio nazionale. Obiettivo dell’indagine: capire quanto le donne siano informate sulla loro salute e sui sistemi contraccettivi in generale.
 
Ma il sondaggio non si ferma qui. E rivela che “per otto donne su dieci la paura di rimanere incinte condiziona i loro rapporti sessuali”, e questo soprattutto tra le under 25, e che solo “una minoranza sa con sicurezza quali siano i giorni fertili”.
Da sottolineare, inoltre, che “l’80 per cento dichiara di non essere in grado di rendersi conto se ha avuto un rapporto a rischio di gravidanza”.
 
Considerati questi risultati, non dobbiamo quindi stupirci se ben “l’84,6% delle intervistate chieda che si parli di più di contraccezione in genere e già prima dei 14 anni”.
 
“Evidentemente, nonostante le informazioni fornite dai media – ha detto Emilio Arisi, Presidente della Smic – continua a permanere un’ignoranza preoccupante, in particolare tra le giovanissime, proprio sulla contraccezione d’emergenza. Eppure sono soprattutto le ragazze in fase adolescenziale e post adolescenziale che dovrebbero sapere come reagire di fronte ad un rapporto a rischio di gravidanza. Quotidianamente rispondiamo, infatti, a richieste d’aiuto da parte di giovani allarmati perché il profilattico si è rotto o è stato posizionato male, oppure hanno scordato di assumere la pillola contraccettiva per più di tre giorni. Per questo – ha aggiunto Arisi – invitiamo le istituzioni a potenziare il proprio impegno sul fronte informativo compensando le carenze di un sistema scolastico che troppo spesso non affronta queste tematiche all’interno di progetti di educazione sessuale”. “Un impegno per il quale è bene siano coinvolte anche le figure professionali adeguate per garantire – ha concluso Arisi – cultura e informazione sulle tematiche sessuali e riproduttive”.
 
I risultati dell’indagine nel dettaglio
Alla domanda su quanto la paura di una gravidanza condizioni i loro rapporti sessuali, il 23% ha risposto abbastanza, il 58% molto, e solo il 19% ha dichiarato di non avere paura. La paura riguarda soprattutto le più giovani, ossia le donne fino a 25 anni in una percentuale pari circa al 70%, le donne più grandi (sopra i 26 anni) sono invece meno preoccupate (circa il 65%).
 
Eppure nonostante i timori, solo una minoranza conosce dettagliatamente i principi dell’ovulazione. Il 77% ritiene che i giorni fertili siano solo quelli dal 14° al 15° giorno dal ciclo. Il 14% dal 4° al 21° giorno, mentre il 9% risponde che dipende dalla lunghezza e dalla regolarità del ciclo.
Il 39% delle donne che hanno risposto al sondaggio pensa poi che il coito interrotto sia un buon sistema per evitare una gravidanza. Una soluzione rigettata dal 61% delle donne.
E ancora, l’80% dichiara di non essere in grado di rendersi conto se ha avuto un rapporto a rischio di gravidanza anche se usa un metodo contraccettivo. In sostanza otto donne su dieci ignorano che il preservativo debba essere indossato dal partner all’inizio di ogni rapporto, o come vada indossato per evitare la rottura.
 
Per quanto riguarda invece la contraccezione d’emergenza, il livello di conoscenza non cambia in base all’età, anche se la risposta esatta su cosa sia realmente la pillola dei cinque giorni dopo è fornita maggiormente dalle donne tra i 21 e i 26 anni (le più interessate probabilmente).
Quanto alla provenienza geografica, il dato stupisce: la stragrande maggioranza di chi pensa che sia un farmaco per dimagrire è concentrato al Sud. Conoscono bene il farmaco il 46% di quelle del Nord, il 38% delle donne del Centro e il 16% del Sud. Infine il 37% delle donne del Sud e il 45% del Centro ritengono sia un farmaco per prevenire i dolori mestruali.
 
Ma a chi si rivolgono le donne per avere informazioni sui sistemi contraccettivi?
Il 42,3% si rivolge a un’amica/o. Il 37,8% si informa sul web e appena il 16,2% al medico. Ma c’è anche un esiguo 3,6% che si indirizza verso la propria famiglia. Le amiche e internet sono il punto di riferimento soprattutto per le più giovani (fino a 25 anni) con un dato oltre il 70%. Mentre guardano ai camici bianchi le donne più grandi.
E su questo punto le italiane si differenziano: la rete degli amici è privilegiata soprattutto dalle donne del Centro e del Sud (75%). Preferiscono il web, le donne del Nord (62%), mentre il medico è indicato da quelle del Centro e del Nord (58%).
 
Comunque per l’84,6% delle donne che hanno risposto al sondaggio, non si parla a sufficienza di contraccezione (per il 15,3% se ne parla invece a sufficienza). Il 70,4% pensa che questi argomenti dovrebbero essere affrontati prima dei 14 anni, il 29,5% dopo i 14 anni

15 giugno 2012
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