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Vaccini Covid. Denuncia di Medici Senza Frontiere: “Ci sono ancora 130 Paesi senza una singola dose”


“Prima spedizione COVAX è un passo importante, ma insufficiente e tardivo. Pericolosa disuguaglianza che compromette la lotta alla pandemia.”, scrive in una nota l’associazione che fa riferimento alla spedizione partita ieri nell’ambito del programma gestito dall’Oms.

25 FEB - A due mesi dalla prima vaccinazione in un paese ricco, è partita ieri la prima spedizione di vaccini contro il Covid-19 tramite il programma COVAX, un’iniziativa internazionale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, in collaborazione con Gavi, per accelerare lo sviluppo e la produzione di vaccini e garantire un accesso giusto ed equo a tutti i paesi del mondo.
 
In Ghana – informa una nota di Medici Senza Frontiere - sono arrivate 600.000 dosi (pari all’1% della popolazione), ma ad oggi il 75% dei vaccini è stato somministrato in soli 10 paesi del mondo, mentre oltre 130 non hanno ancora ricevuto alcuna fornitura.
 
“La prima spedizione tramite COVAX – sottolinea Silvia Mancini, esperta di salute pubblica di MSF - rappresenta un passo importante per molti paesi che non hanno ancora ricevuto una singola dose di vaccino contro il Covid-19 e hanno bisogno di questo strumento salvavita per proteggere la propria popolazione. Resta comunque un primo passo insufficiente e tardivo: per colmare questa pericolosa disuguaglianza che può compromettere la lotta alla pandemia, c’è bisogno di un massiccio invio di dosi in molti altri paesi. Ancora oggi il 75% delle dosi di vaccino sono state somministrate in soli 10 paesi del mondo, mentre altri 130 paesi non hanno ricevuto una singola dose”.
 
“Dall’inizio della pandemia – prosegue Mancini - la corsa sfrenata dei governi ricchi ad accaparrarsi la scarsa offerta globale di vaccini ha lasciato molti paesi senza alcuna fornitura, rendendo ancora più evidente le disuguaglianze e gli squilibri esistenti tra il Nord e il Sud del mondo, rischio costante di tensione e fonte possibile di reintroduzione del virus”.
 
Per questo, “Medici Senza Frontiere chiede ai paesi che hanno firmato accordi bilaterali con le imprese farmaceutiche di condividere le loro dosi così da vaccinare gli operatori sanitari in prima linea e le persone ad alto rischio nei paesi in via di sviluppo prima di quelle a basso rischio dei paesi ricchi. I governi devono sollecitare le case farmaceutiche a lavorare immediatamente con il programma COVAX perché sia garantita una fornitura sufficiente di vaccini Covid-19 a prezzi accessibili destinati a proteggere i gruppi prioritari nei paesi a medio e basso reddito”.
 
“L’evidente squilibrio che si sta consumando intorno all’accesso ai vaccini Covid-19 – conclude l’esponente di MSF - è la prova tangibile di un sistema di ricerca farmaceutica e accesso all’innovazione che a più riprese si è dimostrato fallimentare, a tutto discapito della capacità globale di fermare la pandemia. Se vogliamo evitare questa deplorevole situazione in futuro, abbiamo bisogno di un sostanziale cambiamento nel modo in cui i prodotti farmaceutici vengono sviluppati e resi accessibili in tutto il mondo".

25 febbraio 2021
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