Lourdes, i miracoli e la sanità
di Domenico Della Porta
Contrariamente a quanto si crede, un miracolo non è solamente un fatto sensazionale, incredibile ed inspiegabile, ma implica anche una dimensione spirituale. Così, per essere qualificata come miracolosa, una guarigione deve ottemperare a due condizioni: che avvenga secondo delle modalità straordinarie e imprevedibili, e che sia vissuta in un contesto di fede Sarà perciò indispensabile che si crei un dialogo tra la scienza medica e la Chiesa.
07 AGO - Sono circa 3.500 gli operatori sanitari italiani, medici, infermieri, farmacisti, fisioterapisti, dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale, che ogni anno, soprattutto tra luglio e settembre, si susseguono a Lourdes assicurando volontariamente servizio e turni per gli ammalati e disabili, al seguito dei pellegrinaggi che partono alla volta della grotta dei Pirenei.
Si tratta di un fenomeno straordinario che non va assolutamente trascurato, in considerazione che la quasi totalità dei professionisti interessati si reca alla Grotta di Lourdes utilizzando parte del proprio congedo ordinario. Anche se mancano statistiche ufficiali che confermano tale consuetudine, il calcolo è presto fatto.
Dati ufficiali registrano, secondo quanto affermato da padre
Nicola Ventriglia, cappellano addetto al coordinamento e all’accoglienza dei pellegrini italiani al Santuario di Lourdes, che ogni anno tra pellegrini e ammalati che fanno capo alle numerose Onlus sono poco al di sotto dei centomila (nel 2018, 97.322), senza contare tutte le persone che raggiungono la Francia meridionale come turisti.
Considerando che solitamente il personale di assistenza (medici, infermieri, volontari adeguatamente formati per attendere i bisogni di persone disabili e ammalati) corrisponde più o meno al 3-4 per cento, non ci discostiamo dal numero 3.500 presumibilmente indicato. All’AMIL, Associazione Medica Internazionale di Lourdes, composta da medici, infermieri, studenti universitari delle professioni sanitarie, farmacisti, fisioterapisti, diretta da 10 anni da
Alessandro De Franciscis, 62 anni, pediatra casertano, si registrano 10.000 iscritti, di cui 3.146 italiani.
Nel Bureau Medical de Constatation, così si chiama l’Ufficio Permanente dell’AMIL, di Lourdes, unico al mondo ad essere stato istituito nel 1925 in un Santuario Mariano, si elencano 70 casi in centosessant'anni, dal 1858 (anno di apparizione della Madonna a Lourdes) ad oggi, di persone che ufficialmente sono guariti per intercessione della Vergine della Grotta. I miracolati di Lourdes sono 56 francesi, 3 belgi, 8 italiani, una donna tedesca, un’austriaca e una svizzera. Il primo miracolo porta la data del 1° marzo 1858, diciassette giorni dopo la prima apparizione (11 febbraio) della Vergine Maria alla quattordicenne analfabeta
Bernardette Soubirous. A guarire da una «paralisi di tipo cubitale, da stiramento traumatico del plesso-brachiale» fu la trentottenne
Catherine Latapie, detta Chouat, di Loubajac, borgo a sei chilometri da Lourdes. Una voce nella notte tra il 28 febbraio e il 1° marzo le aveva ordinato: «Corri alla grotta e sarai guarita». Il penultimo miracolo porta la data del 4 maggio 1989 e riguarda
Danila Castelli di Bereguardo, provincia di Pavia, guarita da un tumore all’utero che le avevano diagnosticato sette anni prima. L'ultimo, il 70°, è stato annunciato l'11 febbraio scorso, festa della Madonna di Lourdes, e riguarda suor
Bernadette Moriau, francescana delle Oblate del Sacro Cuore di Gesù, guarita l'11 luglio 2008 da una grave paralisi che le impediva di camminare. «Miracoli», secondo la Chiesa. «Guarigioni inspiegate allo stato attuale delle conoscenze scientifiche», sostiene Alessandro De Franciscis.
A muovere i 3.500 operatori sanitari italiani c’è soprattutto la voglia di vivere per un breve periodo, senza regole scritte, senza decreti o circolari applicative, l’umanizzazione delle cure in sanità, donando la propria professione. Tutti i casi segnalati di probabili guarigioni senza alcun intervento medico, a Lourdes devono comunque seguire una procedura molto precisa, rigorosa ed articolata. Il termine procedura, con il suo riferimento giudiziario, non è affatto casuale, in quanto si tratta di un processo vero e proprio, finalizzato ad un giudizio definitivo, così sottolinea il prof.
Franco Balzaretto, vice presidente nazionale dei Medici Cattolici italiani. In questa procedura sono interessati, da una parte, i medici e da un altro lato l’autorità Ecclesiastica, che devono interagire in sinergia.
Ed infatti, contrariamente a quanto si crede, un miracolo non è solamente un fatto sensazionale, incredibile ed inspiegabile, ma implica anche una dimensione spirituale. Così, per essere qualificata come miracolosa, una guarigione deve ottemperare a due condizioni: che avvenga secondo delle modalità straordinarie e imprevedibili, e che sia vissuta in un contesto di fede Sarà perciò indispensabile che si crei un dialogo tra la scienza medica e la Chiesa.
Successivamente la documentazione passa alla Commissione Medica Internazionale di Lourdes (CMIL) per il riconoscimento delle guarigioni inspiegabili, che viene convenzionalmente suddiviso in momenti di approfondimento conseguenziali. Innanzitutto occorre la dichiarazione (volontaria e spontanea), da parte della persona che ritiene di aver ricevuto la grazia di una guarigione. Per la constatazione di tale guarigione, cioè il riconoscimento del «passaggio da uno stato patologico accertato ad uno stato di salute», assume un ruolo essenziale il Direttore del Bureau Médical, il dott. Alessandro De Franciscis. Questi ha il compito di interrogare ed esaminare il/la paziente, e di mettersi in contatto con il medico del pellegrinaggio (se fa parte di un pellegrinaggio) o con il medico curante. Sarà raccolta tutta la documentazione necessaria per stabilire se ci siano tutti i requisiti necessari e si possa quindi constatare un’effettiva guarigione.
Se il caso è significativo, viene convocata una consulta medica, alla quale sono invitati a partecipare tutti i medici presenti a Lourdes, di qualsiasi provenienza o convinzione religiosa, per poter esaminare collegialmente la persona guarita e tutta la relativa documentazione.
E, a questo punto, si potranno quindi classificare queste guarigioni o «senza seguito», o vengono tenute «in standby (attesa)», se manca la necessaria documentazione, mentre i casi sufficientemente documentati potranno essere registrati come «guarigioni constatate» e da convalidare, per cui passeranno ad una fase successiva. Solo nei casi, in cui sia stato espresso un parere positivo, il dossier verrà poi trasmesso al Comitato Medico Internazionale di Lourdes per il parere conclusivo prima di essere trasmessi all’Autorità Ecclesiastica competente.
Domenico Della Porta
Medico iscritto AMIL Lourdes
07 agosto 2019
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