Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Mercoledì 17 LUGLIO 2024
Cronache
segui quotidianosanita.it

Carmagnola (Asti). Indagato infermiere per omicidio aggravato. Calmanti al paziente che gli rendeva il lavoro faticoso


L’infermiere avrebbe somministrato per via endovenosa, senza alcuna prescrizione medica, un farmaco contenente midazolam, provocando la morte del ricoverato per insufficienza respiratoria. L’aggravante per aver agito per motivi futili ma anche per aver ostacolato il soccorso dell’anziano non informando i rianimatori del farmaco somministrato, non permettendo così la somministrazione dell'antidoto.

06 FEB - I Nas di Torino, a conclusione della fase investigativa di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti, hanno acclarato “gravi e convergenti” elementi di reità nei confronti di un operatore sanitario, ritenuto responsabile di omicidio aggravato.  

“Gli accertamenti – spiegano i Nas in una nota -, avviati nel 2015 a seguito del sospetto decesso di un paziente presso l’ospedale di Carmagnola (AT), successivamente supportati da specifiche consulenze medico scientifiche della Magistratura inquirente, hanno consentito di deferire un infermiere ritenuto colpevole di aver arbitrariamente somministrato per via endovenosa, senza alcuna prescrizione medica ed in assenza di adeguate condizioni e modalità d’uso, un farmaco contenente midazolam, un principio farmacologicamente attivo ad azione calmante, provocando la morte del ricoverato per insufficienza respiratoria”.  

Gli esiti investigativi riconducono la condotta dell’operatore alla “volontà di sedazione del paziente al fine di ridurre l’impegno professionale determinato dalla costante necessità di assistenza ed attenzione richieste dalle condizioni di salute, età e comportamento emotivo del malato”.
 
All’indagato sono attribuite ulteriori responsabilità ed aggravanti. Oltre ad aver agito per “motivi futili ed abbietti”, anche per aver ostacolato l’assistenza ed il soccorso dell’anziano poiché, “a seguito della crisi respiratoria, l’infermiere non riferiva al personale di rianimazione circa l’avvenuta somministrazione del medicinale, il cui effetto avrebbe potuto essere calmierato con un antidoto presente nel reparto e di pronto utilizzo”.

06 febbraio 2019
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Cronache

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy