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Cannabis terapeutica. Ass. Luca Coscioni: “Registrare all’Aifa quella ‘made in italy’ come medicina”


L’Associazione sostiene e ripropone le proposte di Confagri e lancia un appello ai ministri Grillo eTrenta, affinché promuovano le necessarie sperimentazioni cliniche che possano far arrivare l’Italia a registrare per primi al modo la cannabis come medicina riconosciuta per alcune specifiche condizioni di salute

02 AGO - “Bene l’ampliamento della produzione di piante cannabinoidi a fini medici in Italia”.
 
Così L’Associazione Luca Coscioni che rilancia l’appello di Confagri e invita la Ministro della Salute ad avviare le necessaria procedure perché la cannabis made in Italy venga registrata come medicina presso l’Agenzia Italiana per il Farmaco.
 
“Sulla carta – dichiara l’ex Senatore Marco Perduca, membro di giunta Associazione Luca Coscioni e coordinatore delle attività antiproibizioniste su www.legalizziamo.it –  quella italiana è una delle cannabis terapeutiche migliori: viene prodotta secondo quanto stabilito dal Decreto del 9 novembre 2015 come ‘sostanza di grado farmaceutico’ con certificazione della buona pratica di fabbricazione (Good Manifacturing Practice) da parte dell’Aifa nel pieno rispetto dei  protocolli europei sulla produzione di ingredienti attivi farmaceutici (Active Pharmaceutical Ingredients). Nella pratica però non sempre tutto ciò si verifica. Sono certo che i soci di Confagri possano attrezzare a stretto giro delle serre in regola per avviare appena possibile una produzione pilota per andare incontro alla domanda sempre più crescente di cannabinoidi”.
 
Nel frattempo, ricorda Perduca, l’Associazione Luca Coscioni “sta lavorando a una proposta di trial clinici che prevedano la cannabis nelle terapie da dipendenze comportamentali e per andare incontro alle esigenze di persone con disturbi post-traumatici da stress, come quelli manifestati dai militari di rientro dalle missioni internazionali.
 
“Per tutti questi motivi – conclude – ci appelliamo alla ministra della Salute Giulia Grillo, e alla ministra della Difesa Elisabetta Trenta, affinché promuovano le necessarie sperimentazioni cliniche che ci possano far arrivare a registrare per primi al modo la cannabis come medicina riconosciuta per alcune specifiche condizioni”.

02 agosto 2018
© Riproduzione riservata

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