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Le cadute degli anziani? Nel 50% dei casi sono evitabili


L'analisi è dei fisioterapisti italiani (Sif) riuniti nel loro primo Congresso a Pacengo (Vr). La casa rimane il luogo nel quale vengono registrati il più alto numero di incidenti. Il costo delle cadute rappresenta tra lo 0,9% e l’1,5% della spesa totale sanitaria.

07 OTT - Le cadute rappresentano un evento frequente nella popolazione anziana, riguardando un terzo delle persone sopra i 65 anni, e circa la metà delle persone sopra gli 80 anni. L'evento implica conseguenze spesso gravi per la autonomia e per la qualità della vita delle persone, oltre ad imporre elevati costi per i sistemi sanitari di tutto il mondo. Il costo delle cadute in vari paesi è stato infatti recentemente stimato fra lo 0.9% il 1.5% della spesa totale sanitaria e fra lo 0.07% e lo 0.20% del Prodotto Interno Lordo. Eppure moltissime di queste sono evitabili, con una possibile riduzione della loro frequenza di quasi il 50%. A sostenerlo sono i fisioterapisti italiani riuniti (Sif) nel loro primo Congresso presso Pacengo (Vr).
Le maggiori insidie continuano a presentarsi in casa, nella quotidianità. Ma quali sono i fattori che aumentano il rischio di caduta nelle persone anziane?
“Le cadute e le loro gravissime conseguenze soprattutto nelle persone anziane – ha spiegato Paolo Pillastrini, presidente nazionale della Società Italiana di Fisioterapia – raccomandano un programma personalizzato di esercizi condotto da fisioterapisti. Questo tipo di programmi dovrebbe essere associato ad una riduzione degli ostacoli dell'ambiente in cui la persona vive: ad esempio, gli ostacoli, come tappeti, mobili bassi o instabili dovrebbero essere rimossi, l'illuminazione degli ambienti dovrebbe essere adeguata, e le calzature sicure, con suola non in cuoio e chiuse nella parte posteriore della tomaia”.
“L’intervento prezio
so del fisioterapista – ha aggiunto Antonio Bortone, presidente nazionale dell’Associazione Italiana Fisioterapisti (Aifi) – è sempre necessario nella persona anziana. Grazie ad esercizi su misura, effettuati costantemente durante l’arco dell’anno, accompagnati da una leggera attività fisica quotidiana, muscolatura, ossa, tendini, riescono a mantenersi in forma e consentire all’anziano autonomia negli spostamenti, punto fondamentale per una buona qualità di vita”.
 
“Per comprendere al meglio l’importanza della fisioterapia nel paziente anziano – ha precisato il presidente Pillastrini – sarà ad esempio presentato uno studio che ha esaminato le reazioni posturali a perturbazioni esterne rapide in 51 pazienti, di cui 30 giovani e 9 anziani sani e 12 pazienti con Morbo di Pakinson. I risultati mostrano che le persone anziane sane e con Morbo di Parkinson hanno maggiori difficoltà a contrastare in modo efficace le perturbazioni rispetto alle persone giovani, con una evidente maggiore esposizione al rischio di caduta”. “Un secondo studio – ha proseguito il presidente Sif –ha invece valutato la capacità del Performance Oriented Mobility Assessment (POMA), una scala di valutazione del cammino e dell’equilibrio, per identificare chi è maggiormente a rischio di caduta”. “Lo studio, condotto su 110 persone anziane istituzionalizzate, ha individuato nel movimento di ‘tornare indietro’ il fattore di rischio principale di cadute ripetute. Infine – ha concluso - saranno presentate alcune comunicazioni che riassumono in modo sistematico la letteratura recente sulle strategie per la riduzione delle cadute”.
 


07 ottobre 2011
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