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Celiachia. Nutrizionisti avvertono: “Persone sane non seguano diete gluten free per moda”


In occasione della Settimana nazionale della Celiachia, i medici dell’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica mettono in guardia: “Si è diffuso il falso mito che mangiare senza glutine faccia dimagrire o stare meglio, ma si sottovalutano le complicanze che ne possono derivare: maggiore esposizione alle malattie cardiovascolari, possibile intossicazione da metalli pesanti, carenza di componenti quali vitamina B12 e folati”.

19 MAG - In occasione della settimana nazionale della celiachia in programma fino al 21 maggio in Italia, gli esperti Adi- Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica, di ritorno dall’ultimo DDW (Digestive Disease Week), il più grande congresso di gastroenterologia e nutrizione americano, pongono la loro attenzione sull’aumento smisurato delle diete gluten free nei soggetti sani e sui rischi per la salute, dando allo stesso tempo una serie di accorgimenti e consigli su come fare prevenzione in modo corretto, a partire dalla scelta e dalla conoscenza del grano.

Il numero di individui che abbraccia una dieta senza glutine sembra, infatti, essere superiore al numero di pazienti con malattia celiaca. “Negli ultimi anni la spesa di prodotti gluten free negli Stati Uniti è aumentata del 136% rispetto ai casi reali di celiachia, alimentando un mercato globale che si avvicina ai 2,5 miliardi di dollari”, spiegano.

“Il proliferare in commercio di prodotti senza glutine ha provocato in generale nella popolazione sana il falso mito che mangiare senza glutine faccia dimagrire o semplicemente faccia stare meglio - dichiara Massimo Vincenzi, medico gastroenterologo e consigliere della Fondazione Adi - Quello che in tanti non sanno è che la dieta senza glutine non ha motivo di esistere nei soggetti non affetti da celiachia o con sensibilità al glutine, ma soprattutto sottovalutano le complicanze che possono scatenarsi seguendo un’alimentazione gluten free. Ovvero una maggiore esposizione alle malattie cardiovascolari, la possibile intossicazione da metalli pesanti, la carenza di componenti quali vitamina B12 e folati importanti questi ultimi  soprattutto nelle donne in età fertile per prevenire  la comparsa di malformazioni fetali  durante la gravidanza”.

“Considerato che fra i possibili fattori che influenzano l’insorgere della celiachia e la sensibilità al glutine, vi è anche un eccessivo consumo di cibi industriali - sottolinea Massimo Vincenzi -  l’unica azione possibile da intraprendere per i soggetti sani è quella di fare prevenzione attraverso una selezione consapevole dei prodotti e un consumo moderato di glutine che non deve mai superare la dose consigliata tra i 15/20 g al giorno”.

Secondo gli esperti Adi un primo passo per selezionare consapevolmente i prodotti è quello di conoscere meglio le varietà di grano presenti oggi in commercio, leggere sempre l’etichetta e prediligere nella scelta i grani antichi rispetto a quelli moderni che presentano un contenuto di glutine più elevato.

19 maggio 2017
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