Maturità: mezzo milione di studenti alle prese con lo stress da ripassone finale
Alla vigilia dell’ultima tappa degli esami di maturità, dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù arrivano i consigli per evitare stress, paure e ansia da prestazione.
05 LUG - In questo momento, circa mezzo milione di studenti è alle prese con gli esami di maturità 2011. Ansia, stress e paura si alternano tra i maturandi in fase di ripassone finale per superare gli orali.Per l’occasione, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha pensato di mettere a disposizione di studenti e genitori una guida su come affrontare gli esami (è disponibile anche sul sito www.tupuoi.org, dedicato al benessere dei giovani e alla promozione di sani stili di vita).
“L’ansia è una reazione naturale che aiuta a migliorare la prestazione - commentano gli esperti dell’ospedale pediatrico – ma per riuscire ad affrontare l’esame nel modo migliore ci sono alcuni accorgimenti che gli studenti, così come i loro genitori, dovrebbero seguire”.Innanzitutto, secondo i medici del Bambino Gesù, è utile pianificare le ore studio e soprattutto distribuirle nell'arco della giornata in modo tale da garantire pause e uscite. Poi, non bisogna dimenticare che l’alternanza studio/pausa è fondamentale per il recupero e il dispendio di energia mentale: la mente ha bisogno di pause per mantenersi lucida e assimilare le nozioni. Ancora, niente chiuse in casa: si può uscire con gli amici (e i genitori possono incoraggiare le uscite) purché non si sottragga troppo tempo allo studio.
Può essere utile ripetere ad alta voce e/o studiare con i compagni. Anche l’alimentazione ha la sua importanza, per cui è fondamentale evitare digiuni o abbuffate, consumare piuttosto pasti regolari e spuntini durante il giorno che consentono di assimilare zuccheri e sostanze necessarie per lo stato di vigilanza e per dare energia al cervello.
Un ruolo fondamentale è quello dei genitori: è opportuno che apprezzino quotidianamente lo sforzo del figlio, in un'ottica di condivisione delle preoccupazioni e delle paure, magari anche ricordando loro che in tanti hanno già superato lo "scoglio" e sono sopravvissuti. Infine, occorre evitare di crearsi aspettative sproporzionate ed evitare atteggiamenti competitivi e concorrenziali fra il figlio e i compagni.
Dopo tutto, l’esito dell’esame non determinerà il successo che si avrà in futuro: per chi non ci crede basta ricordare che pessimi studenti fossero Albert Einstein o Mark Zuckerberg.
05 luglio 2011
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