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Hiv/Aids. La Lila mette in guardia dai “negazionisti”


La Lega italiana per la lotta all’Aids (Lila) ha diffuso un comunicato stampa per esprimere preoccupazione e mettere in guardia riguardo a un convegno organizzato oggi a Bari da Hiv Informa, “un sedicente gruppo indipendente di attivisti, medici e ricercatori italiani”. Il rischio, per la Lila, è che tutti gli sforzi quotidianamente compiuti per la lotta all’Aids vengano vanificati dai chi va affermando che “l'Hiv è un'invenzione e non una patologia virale che può condurre all'Aids, che le terapie sono una truffa e la prevenzione è inutile”.

16 MAG - “Le teorie dette negazioniste ricompaiono ciclicamente, nonostante da oltre un decennio siano innegabili le evidenze dell'efficacia delle terapie antiretrovirali, evidenze semplicemente valutabili in termini di vite umane salvate in Italia e nel mondo”. Ma sono teorie che vanno contrastate, perché rischiano di essere tenute in considerazione dalle persone, di vanificare tutti gli sforzi quotidianamente compiuti per la lotta all’Aids e di esporre i cittadini e i malati a rischi per la propria salute.
Per questo la Lila, la Lega italiana per la lotta all’Aids, ha voluto mettere in guardia istituzioni e medica da “un sedicente gruppo indipendente di attivisti, medici e ricercatori italiani” che si riunirà oggi a Bari per il convegno Aids e Hiv: tutto quello che non vi hanno detto. Le tesi che saranno presentate al convegno, spiega la Lila, dicono che “l'Hiv è un'invenzione e non una patologia virale che può condurre all'Aids, che le terapie sono una truffa e la prevenzione è inutile”. “La diretta correlazione tra la diffusione delle terapie e il calo dei contagi di Hiv e delle morti per Aids è un'evidenza ampiamente documentata e condivisa da comunità scientifiche, associazioni di pazienti e attivisti, organismi internazionali”, evidenzia la Lila aggiungendo che “per i negazionisti che si riuniranno a Bari, questi argomenti sarebbero solo pregiudizi e tabù che ancora attanagliano la società, sui quali ovviamente intendono ‘fare luce’, propagandati da organizzazioni che si occupano di rendere note alla popolazione solamente "realtà farmacologiche e mediatiche di natura speculativa”.
Non sono solo accuse pesanti, osserva la Lila. Queste tesi complottiste, “che possono avere un certo fascino, che può colpire anche i media”, rischiano di “produrre migliaia di morti”. E a supporto di questo la Lila cita uno studio dell’Harvard School of Public Health, secondo il quale il negazionismo ha prodotto, in Sudafrica, dal 2000 al 2005, la mancata somministrazione di farmaci e la totale assenza di politiche sanitarie di prevenzione, ha provocato la morte di 300mila persone, la nascita di 25mila bambini con Hiv e un numero enorme di orfani.
Rispetto al convegno in corso a Bari, quindi, la Lila esprime “grande preoccupazione nei confronti delle persone con Hiv/Aids, che potrebbero – se già in difficoltà a convivere con l’HIV e quanto ciò comporta in termini di stigma e difficoltà relazionali e medico-cliniche – rimanerne affascinate o coinvolte e quindi seguirle con tutte le conseguenze del caso in termini salute personale e pubblica”. E concludendo, sollecita “le istituzioni sanitarie, l'università e la comunità scientifica italiana a vigilare e se necessario controbattere le tesi negazioniste. Non possiamo più accettare che la strategia di lotta all'Aids, globale e condivisa, efficace e trasparente, supportata da evidenze scientifiche acquisite da tempo, possa essere messa in discussione da fantasiose teorie complottiste”.
 

16 maggio 2011
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