Epatite: screening alla Camera per sensibilizzare l’opinione pubblica
L’iniziativa promossa dall’Associazione EpaC Onlus ha coinvolto Deputati, dipendenti della Camera e i cittadini di passaggio a Piazza Montecitorio ai quali un’equipe medica dell’Università di Tor Vergata ha prelevato campioni di sangue. Obiettivo puntare i riflettori su una patologia che l’Oms ha chiesto di inserire nei Piani sanitari di ogni Stato membro.
13 APR - Screening contro l’epatite a piazza Montecitorio dove, in una tensostruttura allestita per l’occasione, un’equipe medica dell’Università di ‘Tor Vergata’ ha effettuato prelievi di sangue a deputati, dipendenti della Camera e al pubblico presente. Un’iniziativa promossa dall’Associazione EpaC Onlus nell’ambito della Campagna d’Informazione, Prevenzione e Screening sull’Epatite per sensibilizzare l’opinione pubblica affinché anche l’Italia si allinei alle direttive dell’Oms sulle epatite ed anche per incontrare i rappresentanti politici, clinici e medici specialisti.
“Il Governo deve uniformarsi alla risoluzione Oms – ha spiegato Ivan Gardini, presidente dell’EpaC – affinché le epatiti e le loro complicanze siano riconosciute come problema di salute pubblica e che siano inserite con urgenza nel Psn anche con finalità di prevenzione oncologica, perché riconosciuti agenti infettivi oncogeni. L’arrivo di nuove terapie, ci permetterà a breve di salvare moltissime persone in più”.
Un invito raccolto dai deputati. “L’assenza di un’adeguata informazione sul tema dell’epatite virale - ha dichiarato Maurizio Lupi, Vice Presidente della Camera dei Deputati – è qualcosa che non può lasciarci indifferenti. Dopotutto anche l’Oms ha riconosciuto che si tratta di un problema sanitario di impatto globale e ha invitato i governi a mettere a punto interventi adeguati per migliorare le forme di prevenzione, diagnosi e soprattutto trattamento della malattia. Credo che l’iniziativa di oggi vada proprio in questa direzione. La prima prevenzione, in fondo, nasce dall’esempio ed è importante che a dare questo esempio siano proprio i politici che i cittadini hanno scelto come loro rappresentanti. Dopotutto la politica, intesa nel suo senso più profondo, è proprio la capacità di affermare il bene comune rispondendo in maniera adeguata ai bisogni della società. E la salute è sicuramente uno dei bisogni primari di qualsiasi uomo".
L’Oms, in coordinazione con gli Stati membri, ha predisposto linee guida necessarie alla prevenzione dell’epatite attraverso la definizione di strategie e scadenze puntuali e condivise. “Mi fa molto piacere – ha puntualizzato Domenico Di Virgilio, Componente Commissione Affari Sociali - che l’Oms abbia riconosciuto l’epatite virale come problema sanitario di impatto globale attraverso una risoluzione che invita gli Stati membri ad attivare azioni di prevenzione, di informazione e di assistenza alle persone affette da una grave malattia virale che, nonostante le già notevoli iniziative intraprese dal nostro Ministero della Salute e da associazioni di malati come l’EpaC, la più rappresentativa, provoca nel nostro Paese ancora 10mila decessi ogni anno”.
In Italia muoiono ogni anno più di 20mila pazienti per malattie croniche di fegato: sono 57 al giorno, più di 2 ogni ora. Sono oltre 500mila le persone positive all’Epatite B e 2.500.000 i casi di infezione cronica da Epatite C. “Questo giustifica ogni sforzo nel promuovere la diagnosi di infezione da virus epatici – ha spiegato Gloria Taliani, Dipartimento Malattie Infettive e Tropicali, Università ‘La Sapienza’ – perché l’identificazione rimane il primo, imprescindibile passo verso la cura. Inoltre, è preoccupante sapere che una quota significativa, ben oltre il 50% delle infezioni, è tuttora non diagnosticata. Ed è proprio verso questa popolazione di infettati non consapevoli che deve rivolgersi ogni sforzo diagnostico”.
Eppure le epatiti virali non avevano finora ricevuto il livello necessario di attenzione e impegno. Nel caso dell’infezione da epatite, la vaccinazione rappresenta uno strumento estremamente efficace di prevenzione primaria e in caso di infezione avvenuta, è fondamentale la diagnosi precoce. “Grazie alla disponibilità di nuovi farmaci per il trattamento dell’epatite C – ha dichiarato Carlo Federico Perno, Dipartimento Medicina Sperimentale, Università ‘Tor Vergata’ – oggi è possibile pensare che la grande maggioranza delle persone infettate potrà guarire definitivamente da questa terribile infezione che, se non curata, evolve spesso in cirrosi e cancro del fegato. Anche per l’epatite B è possibile ottenere, grazie ai farmaci già da ora disponibili, un controllo per molti anni del virus e della malattia. Per queste ragioni è essenziale garantire l’accesso alla terapia a tutti coloro che ne hanno bisogno, partendo proprio da quelli che, ignari della loro infezione, giungono alla diagnosi troppo tardi per essere ben curati. Per far ciò, lo strumento principe è la diagnosi precoce: lo screening per epatite B e epatite C dovrebbe essere esteso a tutti, possibilmente proposto dai medici di base come già avviene con lo screening per malattie metaboliche, diabete, ipercolesterolemia e ipertensione”.
13 aprile 2011
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