La responsabilità nei servizi sociosanitari? ”Più risk management e tutela fragilità”
I temi al centro di un evento organizzato da AGeSPI insieme a Regione Lombardia e all’Ordine degli Avvocati di Milano. “Centrale, in un progetto di cura, nel duplice significato di curare e prendersi cura, la condivisione di potere e responsabilità, l’alleanza terapeutica, il considerare l’operatore stesso come persona”,
16 APR - Si è svolto presso l’Auditorium Giovanni Testori di Palazzo Lombardia, il convegno dal titolo ‘La responsabilità nei servizi sociosanitari’, organizzato e promosso da AGeSPI insieme a Regione Lombardia e all’Ordine degli Avvocati di Milano. Un convegno sulla ‘salute’ del diritto con focus sulla tutela della persona fragile per individuare problemi e possibili all’annoso tema della responsabilità.
“La Sanità e il Welfare hanno compiti di primario interesse per l’intera società - ha affermato
Antonio Monteleone, Presidente AGeSPI Lombardia - , sia per i benefici in termini di difesa del diritto alla salute e di promozione della qualità della vita, sia per l’entità dei finanziamenti che essi richiedono, sia per il numero di Organizzazioni profit e non profit coinvolte ed infine per la complessità organizzativa del sistema socio-sanitario”.
Sulla base di tali premesse, il Convegno si è concentrato sull’analisi e l’approfondimento di alcuni tra gli aspetti giuridici, le norme e i principi costituzionali che, in questo ambito, garantiscono la tutela della persona fragile, aiutano a capire come prevenire e combattere reali e/o presunti atti di malasanità, ma anche a facilitare la comprensione dei percorsi giurisprudenziali a quanti operano in settori così delicati.
Le riflessioni si sono concentrate sull’esigenza di mantenere integra la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni, garantendo servizi efficienti ed efficaci, prevenendo e sanzionando comportamenti illeciti o anche solo imprudenti, fornendo particolari forme di tutela giuridica in particolare ai soggetti più fragili.
Secondo il modello biopsicosociale proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il ‘soggetto fragile’ non è più identificato con la sua malattia, ma è considerato una persona, con le sue caratteristiche ed esigenze biologiche, psicologiche e sociali. Ciò ha reso necessario un ripensamento delle modalità di comunicazione e di relazione tra professionisti e pazienti. Diviene perciò centrale, in un progetto di cura –nel duplice significato di curare e prendersi cura- la condivisione di potere e responsabilità, l’alleanza terapeutica, il considerare l’operatore stesso come persona. Tra le numerose tematiche affrontate durante la giornata, di grande interesse la gestione del rischio clinico nella residenzialità e nel percorso verso la domiciliarità.
Le iniziative del Risk Management si configurano come strumenti idonei al controllo e alla riduzione del rischio clinico; per ottenere tale obiettivo “è necessario operare nell’ambito di varie fasi: conoscenza ed analisi dell’errore, individuazione e correzione delle cause di errore, analisi del processo, analisi degli effetti, monitoraggio delle misure di prevenzione dell’errore ed implementazione con sostegno attivo delle soluzioni proposte”.
Ciò è realizzabile, secondo
Luigi Molendini, Docente Cineas del Master “Hospital risk management”, prevedendo “un pacchetto di attività che riguardano il governo clinico, le attività di clinical risk management, i processi di assicurazione, la gestione delle richieste e, soprattutto, la corretta gestione della documentazione sanitaria e sociosanitaria, che è tuttora la prevalente criticità nella trattazione dei sinistri”.
16 aprile 2015
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