Roma. Rene sano asportato al posto di quello malato. Vittima dell’errore una donna di 84 anni
E’ accaduto al Cto “Andrea Alesini” nella capitale. L’intervento programmato per l’asportazione di un rene malato di cancro. Ma le tolgono quello sano. Regione apre inchiesta e promette "estremo rigore" contro i responsabili. Petrangolini: "Assurdo, abbiamo tutti gli strumenti pre prevenire errori del genere".
10 GEN - Il fatto risale al 2 gennaio scorso ma è stato reso noto solo ieri. Una donna di 84 anni malata di tumore ad un rene viene operata per l’asportazione dell’organo nell’ospedale CTO “Andrea Alesini”, un tempo centro specializzato della capitale per l’ortopedia ma orma da anni in balia di un destino incerto. La donna è stato operata dai medici della Chirurgia generale, (il reparto di Urologia è chiuso da tempo).
"La Regione Lazio - si legge in una nota - attende dalla direzione della Asl, una relazione dettagliata con i risultati dell'inchiesta interna". Inoltre, "l'Amministrazione regionale ha disposto un'audit attivando il nucleo del risk management al fine di accertare se sono state seguite le procedure previste e le responsabilità del grave errore a partire dalla valutazione clinica sull'appropriatezza dell'intervento. Nello stesso tempo - continua la nota - la Regione, una volta accertati i fatti e le responsabilità, intende procedere con estremo rigore verso coloro che hanno compiuto un errore di questa natura assolutamente incompatibile con la qualità e l'accuratezza che ogni giorno il sistema sanitario regionale garantisce ed eroga ai suoi cittadini".
"Nel nostro Paese e nella nostra regione ormai ci sono tutti gli strumenti per prevenire questi gravi eventi”, ha detto invece
Teresa Petrangolini, consigliere regionale e componente della Commissione Politiche sociali e salute del Consiglio regionale del Lazio.
“Prima fra tutti – spiega Petrangolini - le linee guida per la sicurezza della sala operatoria che attraverso la procedura di una checklist consente di rilevare gli errori evitabili. Una procedura utilizzata da alcuni nostri ospedali. Mi chiedo se al CTO tale strumento a vantaggio dei pazienti e degli operatori sia mai stato utilizzato”.
“Nelle linee guida ministeriali per la sicurezza in sala operatoria – conclude Petrangolini - una delle procedure consigliate è anche la registrazione degli interventi chirurgici. Un modo per valutare in maniera oggettiva tutti i soggetti che si trovano nella sala operatoria. Credo sia arrivato il momento di rendere omogenea in tutto il territorio regionale questa procedura della ‘scatola nera’, così come avviene per il sistema dell'aeronautica”.
10 gennaio 2015
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