Fecondazione: Cappato (Ass.Coscioni): “Per ricerca donati embrioni a Svezia contro legge 40”
È stato un atto di disobbedienza civile, rischiando una multa da 50mila a 150mila euro e la reclusione da due a sei anni, quello che nel dicembre 2006, l'Associazione Luca Coscioni ha compiuto per aiutare una coppia italiana a donare, al Karolinska Institute di Stoccolma, due embrioni per fini di ricerca scientifica.
03 GIU - Il 29 settembre 2003, nel corso di una fecondazione assistita, sono stati prodotti degli embrioni e nel dicembre 2006 questi sono stati spediti al
Karolinska Institute di Stoccolma. Fare questo significa contravvenire alla legge 40 e dunque significa commettere un reato, non ancora prescritto, punibile con una multa da 50mila a 150mila euro e la reclusione da due a sei anni.
Si tratta di un’azione di disobbedienza civile compiuta dall’Associazione Luca Coscioni e, a denunciare la cosa, è stato lo stesso tesoriere dell'Associazione radicale,
Marco Cappato, chiarendo che la notizia viene divulgata solo oggi che il centro in cui la coppia ha effettuato la fecondazione assistita e l'espianto degli embrioni da donare è chiuso e, dunque, “non arrechiamo danno a nessun altro”.
Cappato ha spiegato i dettagli dell'esportazione degli embrioni, inviati in Svezia dentro a un crioconservatore, e ha ricordato come “il tipo di ricerca che in Svezia attrae ricercatori e merita la pubblicazione nelle migliori riviste internazionali, in Italia è punita con la reclusione da 3 anni a 6 anni: una follia italiana contro la ricerca e contro i malati; una follia sulla quale si è insistito sul quotidiano Avvenire, con un articolo che paragona l'utilizzo di embrioni alla ricerca con i sacrifici umani degli Aztechi”.
Cappato precisa che “il 29 settembre 2003 sono stati congelati degli embrioni, ottenuti da un procedimento di fecondazione assistita a cui si era sottoposta una coppia italiana. Per sfidare la legge in nome dei diritti fondamentali della persona l'Associazione Luca Coscioni, di cui ero al tempo il Segretario, ha organizzato il trasporto speciale di questi embrioni al Karolinska Institutet di Stoccolma. Quello che in Svezia viene pubblicato su
Nature, in Italia viene punito con la reclusione”.
La normativa italiana, infatti, non consente la sperimentazione sugli embrioni umani, neanche su quei tremila che, ha ricordato il segretario dell'Associazione Coscioni,
Filomena Gallo, sono “in stato di abbandono” e dunque non più utilizzabili per futuri tentativi di fecondazione medicalmente assistita. “All'epoca della nostra azione di disobbedienza - ha proseguito Cappato - gli embrioni donati al
Karolinska Institute sono stati distrutti per poter essere utilizzati a fini di ricerca. Ma oggi, i ricercatori di quell'istituto hanno messo a punto una metodologia grazie alla quale si possono estrarre le linee cellulari dall'embrione senza distruggerlo, così che possa essere restituito alla coppia o nuovamente congelato per futuri usi di ricerca”.
A confermarlo, in collegamento telefonico da Stoccolma, una degli autori della ricerca, recentemente pubblicata su
Nature,
Outi Lorena Hovatta, la quale ha sottolineato come il suo istituto sarebbe lieto di restituire al nostro Paese le linee cellulari estratte dagli embrioni donati da coppie italiane, se l'Italia eliminasse il divieto di sperimentazione sugli embrioni umani non più utilizzabili per la fecondazione in vitro. “Grazie alle nostre tecniche di estrazione delle linee cellulari e alla ricerca sulle cellule staminali embrionali - ha aggiunto Hovatta - nel nostro istituto stiamo portando avanti ricerche per la cura di malattie cardiovascolari, del diabete, di patologie della spina dorsale e neurodegenerative come l'Alzeheimer”.
Filomena Gallo ha presentato i prossimi obiettivi e scadenze dell'Associazione Luca Coscioni, a partire dalla udienza della Corte europea dei Diritti umani, prevista il 18 giugno, proprio per discutere della compatibilità dei divieti italiani con i diritti fondamentali delle persone. Gallo ha annunciato che “l'Associazione ha presentato una memoria sostenuta da 46 Parlamentari, tra i quali il Ministro dell’Istruzione
Stefania Giannini, il Sottosegretario alle riforme costituzionali e ai rapporti con il Parlamento
Ivan Scalfarotto, la senatrice a vita
Elena Cattaneo e ha chiesto al Governo Renzi di “facilitare da subito l'operatività del ricorso in Italia alla fecondazione eterologa”.
Sulla donazione degli embrioni alla ricerca è intervenuta telefonicamente Teresa, malata di Talassemia, che insieme al marito Matteo, che ha già fatto istanza di richiesta di donazione alla ricerca scientifica 3 embrioni crioconservati a seguito di analisi genetica pre-impianto. Teresa ha dichiarato che “Essendo malata di una malattia geneticamente trasmissibile, ho avuto accesso alla diagnosi pre-impianto prevista dalla legge 40 sulla fecondazione assistita, grazie ad una battaglia condotta in tribunale dall'Associazione Luca Coscioni. Gli embrioni non impiantati in utero abbiamo intenzione di donarli alla ricerca. Abbiamo fatto già richiesta”.
03 giugno 2014
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