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Premio Europeo “I giovani e le scienze”. Ecco i progetti che rappresenteranno l’Italia


Si sono concluse alla Fast (Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche) le selezioni dei progetti per l’edizione 2014 del concorso europeo. Proposte soluzioni innovative in tutti i campi, medicina compresa. I due finalisti di San Severo di Foggia e di Udine rappresenteranno l’Italia alla finale di Varsavia (19-24 settembre).

07 MAG - Novantadue finalisti italiani con 40 progetti; 18 studenti invitati dall’estero con 8 progetti; 36 scuole da 10 regioni; 24 riconoscimenti (di cui 15 viaggi studio all’estero, 2 stage presso prestigiosi centri di ricerca italiani, 7 certificati di merito di prestigiose istituzioni internazionali). Sono i numeri che qualificano la 26a edizione del concorso europeo “I giovani e le scienze 2014”, la cui selezione italiana si è conclusa lunedì 5 maggio a Milano nella sede della Fast, la federazione delle associazioni scientifiche e tecniche, con la nomina dei vincitori che rappresenteranno l’Italia alla finale europea EUCYS 2014 (European Union Contest for Young Scientists) di Varsavia dal 19 al 24 settembre 2014.

Chimica, biologia, scienze ambientali, fisica sono le discipline più gettonate dai finalisti ma rileggendo i 48 progetti emerge subito che gli argomenti preferiti riguardano salute, con attenzione anche all’alimentazione, inquinamento, energia, conoscenza del territorio e del cielo, impieghi tecnologici in senso lato. Ma che cosa hanno inventato gli ingegneri in erba, tutti studenti liceali dai 15 ai 20 anni per la medicina? Ecco una traccia dei temi relativi alla salute.

Proprio di salute parla il progetto di uno dei due vincitori che andranno a Varsavia. Domenico Parigino, 19 anni, Francesco Tucci di 20 e Antonio Di Virgilio, di 20, studenti del liceo scientifico Checchia Rispoli di San Severo di Foggia hanno inventato una nuova metodica per la diagnosi di infestazione intestinale di Enterobius vermicularis, un parassita che colonizza l’intestino umano di 400 milioni di persone nel mondo che non lo sanno perché è di difficile individuazione. La colonizzazione di questo parassita, facilmente trasmissibile, più ancora dell’Helicobacter pylori, può essere correlata a un suo possibile ruolo patogenetico nella sindrome del colon irritabile e nel dolore addominale ricorrente nei bambini. Purtroppo la mancanza di metodiche sufficientemente sensibili a individuare il parassita non consente di verificarne l’effettivo ruolo né la sua prevalenza. Scopo, appunto del progetto, preparato in 4 anni di studi e ricerche, ha consentito ai tre studenti, grazie all’utilizzo dei laboratori della casa Sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo, di sviluppare una nuova metodica di biologia molecolare che consente l’identificazione del parassita in maniera specifica. I risultati dello studio dimostrano che la metodica PCR adottata e la innovativa procedura di estrazione del Dna dal materiale fecale sono sufficienti ed appropriati per il rilevamento del verme. Ora non resta che svilupparlo e trovare il modo di debellarlo.
Ma perché tre ragazzi si sono interessati a questo vermiciattolo? I tre studenti, fin dalle scuole elementari, hanno partecipato a corsi di elettronica messi a punto dal padre di uno di questi, gastroenterologo ricercatore, che ha poi trasformato il laboratorio di elettronica in un campus biomedicale, ospitato all’Istituto Fraccacreta di San Severo di Foggia, grazie alla lungimiranza di un professore, Antonio di Maio. Ora i tre studenti sono docenti ad altri studenti delle elementari e delle medie, appassionati di tecnologia e loro sosterranno gli esami del primo anno di medicina alla facoltà di Foggia, che ha avviato una convenzione con il laboratorio di biomedicina gestito dai ragazzi, dalle famiglie e dagli amici che li sostengono economicamente.  

Sempre per la medicina, dalla Spagna sono arrivati Carlos e José, che propongono l’uso delle cellule dentritiche per la prevenzione e il trattamento delle malattie infettive. Marco e Alessio, dell’Istituto Einaudi di Siracusa, che hanno scoperto come lo sciroppo di mirto ha proprietà antinfiammatorie e antisettiche e può curare alcuni problemi dell’apparato digerente e del sistema respiratorio; addirittura ha una funzione preventiva per alcune neoplasie.

E’ difficile reperire organi per la chirurgia dei trapianti? Marcello del Giua di Cagliari offre una simulazione funzionale di un nuovo cuore artificiale, fatto da tubi di polimeri che opportunamente sollecitati da una batteria si contraggono e possono spingono il liquido in essi contenuto, come se fosse sangue. Per i non vedenti arriva una proposta dallo scientifico Odierna di Palma di Montechiaro in provincia di Agrigento: l’eco rilevatore tattile immaginato da Filippo, Giuseppe e Traspadano. Sull’esigenza di una vita sana riflette il giovane dal Brasile, Túlio, che suggerisce di combattere la sedentarietà, promuovendo al meglio l’educazione fisica a scuola, grazie a nuove indicazioni pedagogiche per stimolare l’interesse degli studenti. Per quanti sono affetti da atassia e dismetria Luca e Luigi del Gandini di Lodi studiano e realizzano un macchinario per la riabilitazione. Eleonora del Vendramini di Pordenone individua, invece, possibili soluzioni mediche per l’atrofia muscolare.
La salute si basa molto sull’assunzione di cibi sani; questione che attira l’attenzione di Emanuele del Magrini di Gemona del Friuli, sensibile agli additivi chimici contenuti negli alimenti industriali. Sara e Martina del Beccaria di Milano invece usano il Dna per smascherare le frodi alimentari. Emanuele, Giulia e Mattia del Malignani di Udine propongono una soluzione colorata a base d’acqua che, sciogliendosi alla temperatura prestabilita, copre il codice a barre dei surgelati non conservati correttamente impedendone così la vendita.

La salute - Agnese, Federica e Alessandro, del linguistico Aristofane di Roma, evidenziano la funzione nel nostro organismo di radicali liberi e antiossidanti maggiormente presente nell’olio o nel vino di produzione propria. Dall’Angioy di Sassari arriva la curiosa proposta di Eleonora e Luca: usare il fico d’india come coagulante vegetale nella tecnologia lattiero-casearia. Andrea, che frequenta il Cocito di Alba, dimostra grande attenzione agli sprechi alimentari dimostrando che è possibile consumare i prodotti anche oltre la data di scadenza indicata sulla confezione, senza alcun rischio.

Con gli studenti della Puglia, rappresenteranno l’Italia a Varsavia anche Maddalena Bucchi, Federico Buttò e Maria Veronica Di Leonardo dell’Isis Malignani di Udine per il loro lavoro che riguarda l’eliminazione di agenti patogeni dal terreno, la possibilità di assorbire metalli pesanti e metaboliti secondari dei diserbanti utilizzati, migliorando la qualità delle piante in coltura.

Da Alberto Pieri, segretario generale Fast, la volontà di portare a Milano per il 2015 la selezione europea del ventisettesimo concorso dei giovani e le scienze.

Edoardo Stucchi

07 maggio 2014
© Riproduzione riservata

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