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Siria. Save the Children: "Sanità al collasso: distrutti due ospedali su tre e 80mila bambini con la polio"


Crescono anche i casi di meningite, morbillo e Leishmaniosi. Tre donne su 4 non hanno assistenza durante il parto, è raddoppiato il numero di cesarei ed i nati prematuri negli incubatori rischiano la vita per i continui blackout. E' quanto emerge in un rapporto della Ong sui 3 anni di guerra in Siria e sul suo impatto sulla salute dei bambini. IL REPORT

10 MAR - Due ospedali su 3 sono distrutti, crollano le vaccinazioni, 80.000 bambini sono affetti da polio, solo un parto su quattro assistito: sono dati che emergono dal rapporto "Un prezzo inaccettabile: l’impatto di tre anni di guerra sulla salute dei bambini in Siria", presentato oggi da Save the Children. Il risultato che emerge mostra in maniera cruda l'attuale realtà siriana: i bambini non muoiono più soltanto per le violenze subite ma anche a seguito di malattie e ferite che sarebbero state altrimenti prevenibili o curabili.
 
"Oltre 4,3 milioni di bambini sfollati interni, intrappolati nel conflitto in Siria - spiega l'organizzazione - subiscono tutti i giorni le gravi conseguenze di un sistema sanitario al collasso e hanno disperato bisogno di cibo, medicine, supporto psicologico e un riparo sicuro. Due ospedali su 3 sono distrutti o inservibili, come il 38% delle strutture mediche di base, e quasi tutte le ambulanze. La metà dei medici ha abbandonato il paese, altri sono stati uccisi o imprigionati, e tra il personale sanitario rimasto, in media, solo 1 su 300 è un medico in grado di affrontare le emergenze. Ad Aleppo, una città che, secondo le linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità, dovrebbe avere almeno 2.500 medici secondo, ne sono rimasti solo 36, per assistere più di 2 milioni di persone".

"Tra i circa 575mila feriti nel conflitto, sono tanti coloro che vengono condannati alla disabilità. Molti dei feriti che arrivano quotidianamente negli ospedali - spiega Save the children - sono bambini che arrivano spesso con ferite profonde o fratture esposte, e quando mancano i mezzi o le medicine necessarie si è costretti a ricorrere all'amputazione di braccia o gambe, per evitare sanguinamenti letali e poterli così salvare. In uno degli ospedali dove opera Save the Children, il 24% dei pazienti ha meno di 14 anni. In tutto il paese, è più difficile o ormai impossibile fornire cure anche ai tanti bambini con malattie croniche, che sono parte dei 70.000 malati di cancro o dei 5.000 in dialisi, o di quelli affetti da leucemia".


La copertura dei programmi di vaccinazione nel Paese è crollata dal 91% dell'inizio del conflitto al 68% già dopo il primo anno di conflitto, e la polio, che era stata debellata nel 1995, ha oggi contagiato 80.000 bambini e si sta propagando silenziosamente, mentre i casi di morbillo e meningite sono in crescita. Affollamento nei rifugi e condizioni precarie di igiene sono causa dell'impennata dei casi di Leishmaniosi - una malattia che colpisce gravemente gli organi interni, produce ulcere e può sfigurare per sempre - passata da 3.000 a 100.000 casi, e si segnala l'aumento delle infezioni gravi alle vie respiratorie, dei casi di dissenteria o di epatite.

Tra i più vulnerabili, come sottolinea la ong, ci sono i bambini non ancora o appena nati: 3 donne su 4 non hanno infatti più accesso all’assistenza per il parto. Per il timore di un travaglio sotto le bombe, è raddoppiato il numero di parti cesarei (passati dal 19 al 45%) e i neonati prematuri, o che necessitano comunque dell’incubatore, corrono rischi ancor più gravi, per i frequenti blackout elettrici. La disabitudine all'allattamento al seno poi, praticato da meno della metà delle madri siriane prima del conflitto, provoca gravi conseguenze perché il latte artificiale non si trova più, e in alcune zone del sud si segnala l'utilizzo di acqua e zucchero per nutrire i neonati.

"Il collasso del sistema sanitario siriano, che negli ultimi vent'anni aveva contribuito ad abbattere la mortalità infantile fino a 15 bambini ogni mille nati, in linea addirittura con il 4° Obiettivo di Sviluppo del Millenio - racconta Save the children - obbliga purtroppo gli operatori sanitari ad eseguire in alcuni casi pratiche mediche brutali ed estreme. Oltre alle amputazioni, evitabili in altre condizioni, l'assenza di anestesia ha spinto alcuni pazienti a richiedere di essere addormentati con il colpo in testa di una barra di metallo, mentre spesso brandelli di vecchi vestiti sono le uniche 'bende' disponibili per le ferite e sono veicolo di infezione, o si è costretti a praticare trasfusioni di sangue incontrollate e fortemente a rischio".

"Questa crisi umanitaria è diventata rapidamente anche una grave emergenza sanitaria. I bambini - a dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia - stanno vivendo in condizioni barbariche. I trattamenti disperati a cui gli operatori medici sono costretti a ricorrere per salvarli sono sempre più strazianti". Per questo Save the Children ha chiesto con forza che la recente risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sull’accesso umanitario in Siria sia implementata immediatamente, e che le famiglie e i bambini possano così ricevere vaccini, cibo, acqua, medicine.
"I leader mondiali devono scuotersi - ha concluso Neri -. se c’è stata la volontà politica necessaria per permettere agli esperti di armi chimiche di raggiungere qualunque luogo nel paese è assurdo che ciò non possa avvenire per gli aiuti umanitari". 

10 marzo 2014
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