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Piero Fassino è il nuovo presidente dell’Anci


Il sindaco di Torino, esponente del Pd, ed ex segretario nazionale dei Ds, è stato eletto presidente dell’Associazione dei comuni italiani durante l’assemblea nazionale a Roma. Primo obiettivo: “Aprire un negoziato tra Comuni e governo che ridiscuta l'intelaiatura delle relazioni istituzionali che oggi è sottosopra”.

05 LUG - “Oggi si avvia una nuova stagione. E’ arrivato il momento di aprire un negoziato tra Comuni e governo, che passi per un unico tavolo negoziale che ridiscuta l'intelaiatura delle relazioni istituzionali che oggi è sottosopra”.
 
Così il neo presidente dell’Anci e sindaco di Torino, Piero Fassino nel suo primo discorso da leader dei sindaci dopo l’elezione, per acclamazione, avvenuta oggi a Roma nell’assemblea congressuale dell'associazione, convocata al Teatro Capranica per eleggere il nuovo presidente dei sindaci.
 
Fassino ha ripercorso le tappe fondamentali dei rapporti tra i Comuni e il governo, sottolineando i temi caldi che da oggi l’associazione dovrà affrontare.
“Proprio ieri – ha detto  – c’è stata una sentenza della Corte costituzionale che ha certificato la confusione che Anci denuncia da tempo. La nostra architettura istituzionale – ha aggiunto - è terremotata e ha bisogno di ridefinizione. Noi le proposte le abbiamo – ha ammonito Fassino – le ascoltino. Non si può riscrivere la seconda parte della Costituzione a prescindere dal ruolo delle città e dei sindaci”.
 
Entrando nel merito delle questioni calde che interessano i Comuni, il neo presidente ha sottolineato come sia “indispensabile invertire la rotta per ottenere risposte non più rinviabili”, nello specifico su patto di stabilità e tassazione locale. Sul primo versante Fassino chiederà “decisioni nuove, perché così com’è, il Patto si è trasformato in una prigione che mortifica i Comuni, la loro autonomia e capacità di governo. Un Patto che non distingue tra spesa corrente e spesa per gli investimenti – ha detto – è una norma contraddittoria che va cambiata”. Sulla tassazione locale, poi, il giudizio è netto: “E’ sottosopra. Approveremo i bilanci quando avremo speso nove dodicesimi delle risorse previste. Inoltre non sappiamo quale configurazioni avranno Imu e Tares. Occorrono quindi risposte certe e chiarezza per superare l’attuale quadro confuso”.
 
Sempre sulla tassazione locale, Fassino ha poi ricordato come “sono 12 anni che si chiede di risolvere i problemi dei conti pubblici caricando gli enti locali di tagli. Sono 12 anni che si chiede ai Comuni quello che invece non e' stato chiesto alle amministrazioni centrali'. Fassino ha spiegato che 'siamo al punto limite. Negli ultimi 18 mesi ci sono stati 16 decreti che hanno inciso sulla spesa delle ammministraioni municpali e soprattutto sulla loro autonomia'.
Il neo presidente dell’Anci ha parlato anche di piccoli Comuni “perché quando si amministra le difficoltà e le responsabilità sono le stesse, sia se si è a capo di un comune grande come Roma che di un comune di pochi abitanti. L’Anci – ha continuato – garantirà pari dignità e rappresentanza al di là delle dimensioni”.
 
“Oggi stesso – ha detto ancora Fassino - chiederò al governo un incontro per aprire da subito il confronto con il presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia. Non vorrei – ha tenuto a precisare Fassino – che i rapporti con il governo siano delegati ai ministri che vengono da esperienze amministrative (Delrio e Zanonato). Pensare che i rapporti Anci-governo possano risolversi in questo modo è un errore”.
 
Infine l’appello all’unità e al gioco di squadra. “Posso assicurarvi – ha detto il presidente alla platea di sindaci – che non saremo destinatari passivi di decisioni burocratiche da ratificare. Per avere però la necessaria forza mi appello a tutti voi affinché ognuno metta a disposizione la propria competenza, qualsiasi sia il colore politico di appartenenza, per fare in modo di avere un Anci più autorevole e in grado di far sentire la propria voce”.

05 luglio 2013
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